S. Alfonso. Un Dio tutto misericordia che vuole il nostro amore

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44. S. Alfonso. Un Dio tutto misericordia che vuole il nostro amore.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

44. S. Alfonso. Un Dio tutto misericordia che vuole il nostro amore.

♦ Dice S. Paolo: “Quando apparve dunque in terra il Figlio di Dio fatt’uomo, allora si vide quanto fosse grande la bontà di Dio verso di noi (cf Tit. 3.4)”.
♦ Scrive S. Bernardo che prima era apparsa la potenza di Dio nel creare il mondo, la sua sapienza nel conservarlo; ma la sua misericordia allora maggiormente apparve, quando egli prese carne umana per salvare colle sue pene e colla sua morte gli uomini perduti. E qual maggior misericordia poteva usarci il Figlio di Dio, che assumere sopra di sé le pene da noi meritate?
♦ Eccolo nato bambino, debole e fasciato dentro una mangiatoia, che non può da sé né muoversi né cibarsi: ha bisogno che Maria gli porga un poco di latte per sostentargli la vita. Eccolo poi nel pretorio di Pilato ligato ad una colonna con funi, da cui non può sciogliersi, ed ivi flagellato da capo a’ piedi. Eccolo nel viaggio al Calvario, che per la debolezza e per lo peso della croce che porta, va cadendo per la via. Eccolo finalmente inchiodato a quel legno infame, dove finisce la vita a forza di dolori.
Gesù Cristo col suo amore volle guadagnarsi tutto l’amore dei nostri cuori, e perciò non volle mandare un Angelo a redimerci, ma volle venire egli stesso a salvarci colla sua passione. Se un Angelo fosse stato il nostro redentore, l’uomo avrebbe dovuto dividere il suo cuore, amando Dio come suo Creatore, e l’Angelo come suo redentore; ma Iddio, che voleva tutto il cuore dell’uomo, siccome era già suo Creatore, volle essere ancora suo Redentore.
Ah Redentore mio caro, e dove io starei a quest’ora, se voi non mi aveste sopportato con tanta pazienza, ma mi aveste fatto morire, quando io stavo in peccato? Giacché dunque mi avete aspettato sinora, Gesù mio, perdonatemi presto, prima che mi trovi la morte reo di tante offese, che v’ho fatte. Aiutatemi, Signore, ad amarvi per sempre nella vita che mi resta; altro non vi domando: ve lo domando e lo spero.
Maria, speranza mia, pregate voi per me; se voi pregate, io son sicuro della grazia.

(S. Alfonso, da Via della salute, Parte seconda – Novena di natale, Meditazione VI – Della misericordia di Dio in venire dal cielo per salvarci colla sua morte) =
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Se un Angelo fosse stato il nostro redentore, l’uomo avrebbe dovuto dividere il suo cuore, amando Dio come suo Creatore, e l’Angelo come suo redentore; ma Iddio, che voleva tutto il cuore dell’uomo, siccome era già suo Creatore, volle essere ancora suo Redentore.