S. Alfonso. Un vescovo nella morsa dei dolori

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139. S. Alfonso. Un vescovo nella morsa dei dolori. 1768.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

139. S. Alfonso. Un vescovo nella morsa dei dolori. 1768.

♦ L’anno settantottesimo di questo secolo (1768), perché carico di travagli fu per  Alfonso un anno carico di benedizioni. Infatti, se è sistema ordinario della Provvidenza nel voler innalzar taluno a gran santità, prima lo immerga e lo sprofondi nei travagli: così, preordinando in Alfonso un gran santo, lo volle anche soffocato nelle amarezze e nei travagli.

♦ Correndo l’anno settantesimoquarto di sua età, ed il settimo del vescovado, il 23 di giugno si vide sorpreso da febbre così leggera, che si stimò catarrale. Avanzata nel secondo, e terzo giorno, si credette putrida e pericolosa…
Svanì la febbre, ma a capo di tre giorni si trovò attaccato, inaspettatamente, da una generale flussione e con spasimo della coscia destra. I medici la stimarono un principio di sciatica, nascente da umore reumatico. Di fatti tal dolore gli si risvegliò nell’osso scio, ma sopportabile, e di continuo lo travagliava. Avendo libera la testa, e non avendo febbre, non desisteva dalle solite udienze, né si esentava dalle sue applicazioni letterarie e mentali. Badando ai bisogni della Diocesi, e non potendo di persona, fece visitare dal suo Vicario le terre di Frasso e di Arpaia col casale di Forchia.

Scrisse al P. Villani:

“Io seguito a stare travagliato, coi miei dolori interni di quasi mezza vita, e pare che il dolore si vada fermando sull’osso scio. Sempre sia benedetto Iddio, che me lo manda.
In quest’anno difficilmente potrò uscire per la solita Visita. Qui si parla di vescicanti e di bottoni di fuoco.”

Ed al medesimo scrisse il 29 Luglio:

“In quanto alla mia infermità, dopo tanti rimedi, sto nello stesso modo, e forse più tormentato dalla sciatica. I Medici non hanno quasi più che pensare. Che perciò ho scelto di lasciar fare a Dio ed abbracciarmi il mio dolore, per quanto vuole Iddio.”

Ciò nonostante pensava anche di strascinarsi a visitare alcuni luoghi più principali: “Tra giorni, andrò a S. Agata per farvi la visita, e nella Terra di Durazzano”.
Così egli pensava, ma gli fallirono i disegni..

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 42)  Leggi tutto nell’originale.

“In quanto alla mia infermità, dopo tanti rimedi, sto nello stesso modo. I Medici non hanno quasi più che pensare. Perciò ho scelto di lasciar fare a Dio ed abbracciarmi il mio dolore, per quanto vuole Iddio”