S. Alfonso. Vittoria, ma con misericordia

GiubileoAlfo2

120. S. Alfonso. Vittoria, ma con misericordia. 

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

120. S. Alfonso. Vittoria, ma con misericordia.

♦ La comparsa di Alfonso in Napoli avvilì i contraddittori. Anche i loro Avvocati, non appena egli cominciò a girare per il Ministero, dicevano che la causa aveva mutato aspetto.
Ove prima si volevano perduti i Missionari e soppressa la Congregazione, mutato linguaggio, si vedevano questi protetti e la Congregazione applaudita.
Anche i medesimi avversari non potevano far giustizia al di lui merito. Agivano e non agivano; anzi cercavano per grazia quello che non potevano pretendere per giustizia.

  • Se grande era l’idea che in Napoli si aveva della virtù di Alfonso, in questa occasione si vide maggiormente accresciuta. Egli giustificando i Missionari, non malignò i contraddittori; e se difese l’innocenza, non offese la calunnia. Attribuiva l’impegno dell’uno, come nato dall’interesse, e la stizza dell’altro all’indole che aveva. In lui non si vide né astio, né livore. Cercava la quiete dei suoi, e l’opera protetta dal Principe; ma discolpando i nostri, commiserava i contraddittori.
  • Con tale condotta si attirò la venerazione anche dei maggiori sostenitori dei medesimi avversari. Ognuno restando ammirato di tanta moderazione, non poteva non condannare la loro animosità. Gli avvocati, ove per l’addietro vedendosi colla vittoria nelle mani, sollecitavano la causa, mutate le circostanze temporeggiavano, stimando di non azzardarla.
  • Questa freddezza dispiaceva ad Alfonso. Egli medesimo, facendo premura in Segreteria, ottenne dal Re, che si fosse disbrigata presto; e per l’undici Settembre si fece l’appuntamento, nella Real Camera di S. Chiara, per la causa del Sarnelli; cioè della pretesa che questo aveva sul podere, che, per fondo della Casa, era stato assegnato dal di lui fratello.
  • Si chiamò la causa; ed Alfonso vinse senza combattere. Prevedendosi strepitoso il conflitto, un mondo di curiosi si vide in Camera. Chi compatendo i nostri, e chi per compiacersi, se sconfitti. Vi fu l’Avvocato Celano; ma gli Avvocati contrari non ebbero lo spirito comparirvi. Uno vi fu, ma si spiegò di non aver il coraggio di parlare ed esporre contro un Vescovo, che tutta Napoli acclama per santo.
  • Tale fu il successo di questa gita di Alfonso in Napoli. Poi, essendosi licenziato da tutti, dopo due mesi e giorni tre che si trattenne, il 19 settembre si ritirò in Arienzo.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 39)  Leggi tutto nell’originale.

Nella causa sostenuta, in Alfonso non si vide né astio, né livore. Egli cercava la quiete dei suoi, e l’opera protetta dal Principe; e mentre discolpava i nostri, aveva misericordia degli avversari. Difese gli innocenti, ma non offese i calunniatori. Alla causa Alfonso vinse senza combattere.