Schiavone Salvatore redentorista

P. Salvatore Schiavone (1871-1941) – Italia.

Durante la novena del SS. Redentore, domenica 13 luglio 1941, verso l’imbrunire, dai dolori della terra passava alle gioie del cielo il Redentorista P. Salvatore Schiavone. L’indomani, Pagani, che conosceva la sua opera silenziosa, tributò allo scomparso onori funebri solenni.

Nato a Cairano (Avellino), il 28 ottobre 1871, passò l’infanzia nell’America Meridionale: rimpatriato entrò nel nostro Istituto, e vi professò il 14 gennaio 1895. L’8 maggio 1897 celebrò la sua prima messa, che sembrava fosse l’ultima, per le condizioni malagevoli di salute. Nonostante le sofferenze croniche, non rifuggì le austere fatiche missionarie, e si sacrificò per la salvezza delle anime, particolarmente nel periodo della dimora in Calabria.

All’apostolato del pulpito e più del confessionale aggiunse anche quello della penna, pubblicando qualche operetta devota, come l’orazione panegirica in onore di San Leone Magno, protettore di Cairano (Materdomini, 1914) e la Messa meditata in rapporto alla vita di Gesù Cristo (Pagani, 1932).
Stampò poi un lavoro più ampio intitolato: Biografie dei Redentoristi Napoletani più ragguardevoli per Santità, Dottrina, Dignità: contributo alla storia della Congr. del SS. Redentore (Pagani, 1938).

Dell’estinto ci resta inoltre una serie di grossi manoscritti, in cui, per vari decenni, cercò di raccogliere le Cronache dei primitivi Collegi Redentoristi. È un vero emporio di notizie.
Una intelligenza acuta e solerte, selezionando, può ricavare dal vasto materiale interessanti documenti storici, persino inediti. Né vi mancano gli autografi preziosi, come qualcuno di S. Alfonso.

S. ALFONSO, anno 1941, pag. 158.

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Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985

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I suoi volumi manoscritti

Dei grossi volumi lasciati dal P. Salvatore Schiavone ben 10 di essi sono ancora frequentemente visitati dagli studiosi di storia redentorista e della Provincia Napoletana per la grande quantità di notizie che contengono, anche se a volte non supportate da riscontri critici: una vera miniera.

  • Tre volumi di Biografie
  • Tre volumi di cronache della Casa di Pagani
  • Due volumi di cronache della Casa di Materdomini
  • Un volume di cronache della Casa di Ciorani, S. Angelo a Cupolo, Avellino, Lettere, Napoli, Marianella, Morcone, Teano, Pompei.
  • Un volume sulle Case chiuse (alcune poi riaperte): Deliceto, S. Andrea Jonio, Scala, Angri.
P. Salvatore Schiavone, redentorista nativo di Cairano (AV), entrò tra i Redentoristi, dimostrando un forte attaccamento all’Istituto e alla Tradizione redentorista e napoletana. Dai suoi volumi si possono ricostruire le tante situazioni di vita redentorista nella Provincia Napoletana.

Autopresentazione del P. Salvatore Schiavone
lasciata nel volume 3° delle Biografie manoscritte, mentre era ancora vivente

«Io nacqui in Cairano, poco distante da Materdomini, il 28 ottobre 1871. Professai il giorno 14 gennaio 1895 e mi ordinai Sacerdote l’8 maggio 1897.
Entrai in Noviziato il 7 gennaio 1891, e mi vestii il 23 gennaio insieme col P. Cianciulli. In maggio partii pel servizio militare, ed al ritorno terminai il noviziato a Ciorani, e contrassi una malattia di petto che non mi ha mai lasciato.
Per farmi respirare l’aria nativa, nel 1903, mi destinarono Segretario del Santuario di S. Gerardo. Dopo 15 anni domandai di andare alle Missioni e fui destinato a S. Andrea sullo Jonio. Vi dimorai cento mesi. Feci moltissime Missioni e scrissi la Cronaca Missionaria Calabra, cioè raccolsi tutte le notizie che possono servire al predicatore di tutti 420 paesi e città.
Tornato a Pagani, ho terminato di scrivere la Cronaca della nostra Provincia Napoletana, e le Meraviglie Bibliche, che mi costano 30 anni di grande sacrificio. Tutto sia a gloria di Dio.
Tutti i volumi scritti da me sono 15, quanto sono i Misteri del Rosario che ho sempre recitato fin da giovanetto».

P. Salvatore Schiavone, nonostante un non buono stato di salute, affrontò le austere fatiche missionarie, e si sacrificò per la salvezza delle anime, particolarmente nel periodo della dimora in Calabria. Ma la sua memoria resterà legata ai grossi volumi manoscritti in cui ha raccolto tutto quanto ha potuto per consegnare ai posteri i ricordi redentoristi.

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