Semenzin Quirino redentorista

P. Quirino Semenzin, C.Ss.R. 1924-2017 – Italia.

P. Quirino Semenzin, C.Ss.R. 1924-2017.

Il redentorista P. Quirino (Rino) Semenzin, 1924-2017, Italia, Provincia di Roma. “Una colonna del santuario del Perpetuo Soccorso a Bussolengo (VR)”. Divenuto sacerdote nel 1950, ha vissuto quasi tutta la sua vita a Bussolengo. Professore del seminario redentorista di Bussolengo, ma soprattutto formatore ed educatore dei ragazzi, ha lasciato in loro il seme della verità, dell’onestà e della fede cristiana secondo il Vangelo. Diceva di non aver partecipato mai ad una missione, ma di sentirsi comunque un vero missionario redentorista che viveva la sua missione dove Dio lo aveva posto e con le persone che Dio gli faceva incontrare. È morto a 92 anni.

Dati ufficiali

  • Cognome = Semenzin
  • Nome = Quirino
  • Nazionalità = Italia– (Provincia di Roma)
  • Nato = 14-Lug-1924
  • Morto = 18-Feb-2017
  • Professione = 08-Set-1944
  • Sacerdote = 04-Mar-1950

Dall’omelia del P. Provinciale ai funerali
Nato a Volpago del Montello il 14 luglio 1924, Padre Rino entrò nell’educandato di Scifelli (FR) nel 1940, professò la regola redentorista l’otto settembre1944, dopo il Noviziato a Ciorani, e con un anno di ritardo dovuto alla guerra.
Ordinato sacerdote a Cortona il 4 marzo 1950, è stato più volte direttore dell’educandato di Bussolengo, maestro dei novizi a Scifelli e ancora membro e superiore di comunità, e anche consigliere provinciale.

I suoi 70 anni di vita religiosa sono stati davvero una missione permanente, magnifica e da tutti apprezzata. Ricordo che, quando mi accolse proprio qui a Bussolengo, mi disse di non aver partecipato mai ad una missione, ma di sentirsi comunque un vero missionario redentorista che viveva la sua missione dove Dio lo aveva posto e con le persone che Dio gli faceva incontrare.
Vogliamo insieme ringraziare p. Rino per averci testimoniato con la sua vita l’abbondanza della redenzione di Gesù a cui tutti quanti possiamo sempre attingere con gioia e riconoscenza.

Grande era la sua devozione per la Madonna. Per tanti anni ha portato avanti quasi da solo tutta l’organizzazione relativa alla rivista del santuario “Il soccorso Perpetuo di Maria”: aggiornamento dello schedario, preparazione della spedizione postale, risposta alle lettere, ringraziamenti per le offerte ecc. In tutto era ben visibile che il suo lavoro aveva come unico scopo quello di trasmettere il suo amore verso la Madonna, invitare a confidare nel suo amore materno, trasmettere il suo impegno a pregare per le persone e le situazioni che gli venivano presentate. 

Tramonto
Il 22 gennaio 2017, una fredda, ma limpida domenica di gennaio. P. Sergio Santi celebra la Messa delle 8,30 e p. Rino, col suo carrellino girello, lentamente si porta al confessionale, perché sa che c’è sempre bisogno.
Verso le 10,40 padre Rino, accompagnato dall’amico Sartori, esce di chiesa.
La segretaria lo vede arrivare e corre per aprirgli la porta a vetri mentre lui spinge il carrellino, ma non fa in tempo. Padre Rino se lo trova ai piedi, per terra, con il bastone di traverso e senza l’appoggio del suo girello. Viene aiutato subito a sollevarsi e fatto sedere in portineria.
Noi spaventate; lui sorridente e calmo diceva: “Niente niente, non mi sono fatto niente! E’ solo la gamba, vedi?”
Infatti, non riusciva a tenerla diritta.
Considerato che nessun confratello era presente, la segretaria chiama il 118 e dopo 20 minuti l’ambulanza lo porta al vicino pronto soccorso. Con lui resta la segretaria, fino al pomeriggio quando p. Sergio le darà il cambio per il pranzo. Tutto sembra abbastanza normale, il medico riferisce che si tratta di una frattura al collo del femore, per cui dovrà essere ricoverato e operato.
Nel pomeriggio il superiore deve recarsi a celebrare presso la comunità dei Peruviani a Borgonovo (VR) e poi partire per Lusia, perché ha un fratello gravemente ammalato che dovrà accompagnare in ospedale.

Nel pomeriggio p. Rino viene ricoverato in ortopedia, stanza n. 3, e assistito fino a sera dalla segretaria alla quale dirà: “Adesso vai a casa anche tu e disponiamoci a fare la volontà del Signore”.
Il giorno seguente era molto sereno e pregava la Madonna ripetendo continuamente: “Mater mea, fiducia mea! Sacro Cuor di Gesù confido in Te!”
Poi aggiungeva la Salve Regina, preghiera a lui tanto cara, perché racchiude in sintesi i bisogni, le angosce e le speranze degli uomini, ai quali solo una Madre può rispondere.
“Sai che sto per andarmene”, commentava. Infatti ripeteva spesso che era alla fine, che mancava poco, che una gamba da due settimane non lo reggeva più. “Questa mattina, (la mattina della caduta) sentivo che questa gamba non mi rispondeva più. Adesso mi servono solo le ali!” Tuttavia anche in quei quattordici giorni non si è mai risparmiato nel partecipare a tutti gli atti comuni, sempre puntuale.

Ripresosi alquanto, i medici lo dimettono dall’ospedale, per cui la caposala provvede per il trasferimento presso la Casa del Clero di Negrar.
Ma il 18 febbraio, sabato giorno dedicato ala Madonna, alle 20,20 padre Rino si spegne lentamente, quasi senza farsi accorgere e così corona quel sogno dei credenti che sono convinti che ogni devoto della Madonna, sarà da Lei accompagnato in cielo.
Solenni furono i funerali. Vi erano rappresentate quasi tutte le comunità redentoriste della Provincia Romana. Sull’altare intorno al Provinciale, concelebrava il fratello di p. Rino, don Diego, e il vicario episcopale per la vita consacrata nella diocesi di Verona. Fra gli altri celebrava anche il parroco di Bussolengo, don Giorgio, e un parroco della zona e il parroco di Volpago che accompagnava un gruppo di amici e paesani di paesani di p. Rino, con Maria, la sorella del defunto e il cognato. Anche un buon numero di Alpini è venuto a rendere riconoscente omaggio al caro defunto.
( Dal Bollettino della Provincia Romana Anno 62. Nuova serie, n. 2 – 25 febbraio 2017).

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Veneranda età e amabilità rendevano P. Rino Semenzin accessibile a tutti..

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