Sparavigna Vincenzo redentorista

In memoria di P. Vincenzo Sparavigna, C.Ss.R. 1937-2022 – Italia.

Carissimi,

Il 15 giugno, con la morte di p. Vincenzo Sparavigna (1937-2022) è sottratta ai nostri occhi la figura di un missionario generoso e di un confratello amabile. Un uomo che ha segnato la storia della nostra Provincia e quindi della nostra Congregazione, essendo stato tra i fondatori dell’odierna Vice Provincia del Madagascar.Un Redentorista che ha realizzato la sua vita nella missione ad gentes, in una vocazione la cui latitanza oggi impone domande severe alla Chiesa e al suo servizio al Regno di Dio.

L’ultimo cammino di sofferenza
P. Vincenzo ha emesso il suo ultimo respiro intorno alle 3,30 del 15 giugno scorso. I funerali sono stati celebrati a Pagani, presieduti dal Vicario Provinciale p. Gennaro Sorrentino, e partecipati da una quindicina di confratelli, e diversi laici.
Il confratello ha patito sofferenze lancinanti nell’ultimo periodo – approssimativamente un mese e mezzo o poco più – quando diverse patologie l’hanno obbligato a letto. Ricordo che era ancora autonomo, quando mi confidò fraternamente una sensazione premonitrice: “mi accorgo che dopo aver incoraggiato io tante persone ad affrontare con serenità il sentiero della morte, stavolta tocca a me consegnarmi a Dio”.
In effetti, già da quando p. Vincenzo era tornato in Italia (il 23 agosto u.s.), il quadro clinico che aveva già destato allarme a La Réunion trovava preoccupanti conferme man mano che si procedeva a esami diagnostici. Vari valori erano fuori norma, a cominciare da quelli connessi a fegato e reni.
Ultimamente era apparsa un’ulcera allo stomaco, per confermare la quale si era dovuto sottoporre a gastroscopia che l’aveva prostrato non poco. E di mezzo c’era pure il diabete, che in questi casi complica e non facilita.
In breve, la deformazione posturale che attirava l’attenzione di chi non lo incontrava da anni, era solo l’ultimo dei problemi.

 Il redentorista P. Vincenzo Sparavigna, 1937-2022, Italia, Provincia di Napoli, morto a Pagani a 85 anni, dopo aver vissuto circa 50 anni di missione nel Madagascar.

La sua vita era la missione
Padre Vincenzo era nato ad Avellino il 22 giugno 1937: solo per una settimana, quindi, ha mancato il traguardo degli ottantacinque anni. Aveva emesso la sua prima professione il 29 settembre 1955 a Ciorani, la perpetua sempre a Ciorani tre anni dopo, giungendo al presbiterato il 17 marzo 1963 a Colle Sant’Alfonso.
Dopo aver frequentato da Pagani un anno di Pastorale a Posillipo, dal 1964 al 1967 fu assegnato a Materdomini con diverse mansioni (sacrista, confessore, cooperatore pastorale, segretario del Santuario e predicatore di missioni popolari).
Il 15 ottobre 1967 segnò una data cruciale per p. Vincenzo, che aveva dato disponibilità ai Superiori per la missione in Madagascar.
Partirono lui e p. Luigi Pentangelo, per un viaggio avventuroso che li fece approdare due giorni dopo nell’Isola Rossa: carichi di pochi bagagli e di tante incertezze, insieme ad uno zelo missionario incondizionato.

I primi anni furono di lenta e graduale iniziazione: prima con l’apprendimento del malgascio ad Ambositra (1967-1968), poi con uno stage missionario a Fenerive  Est  – Andapa (1968), quindi con assegno provvisorio alla cattedrale di Diego Suarez (1968 – 1969).
Una prima esperienza missionaria a tempo pieno fu quella a Tanambao, prima come vice parroco e poi come parroco (1969-1975); e poi via via in  quelle che ancora oggi sono presenze Redentoriste: Vohemar (1975 – 1977 e poi 1981-1982 e 1989-1999), Ampanefena (1982-1989), oltre a un triennio ad Ambilobe (1977-1980).

Dal 1999 al 2010 i Superiori lo destinano alla capitale, Antananarivo, in qualità di Superiore della Missione Madagascar (dal 2006 Regione), e di parroco ad Alasora e Mandroseza, nonché come Padre Spirituale al Seminario Interdiocesano, e dal 2008 come Superiore della Maison St. Alphonse.
E infine dal 14 settembre 2010 La Réunion, isola in cui ha agito come responsabile della comunità e parroco per sei  anni in Saint André.

Una volta tornato in Italia, ha risieduto a Ciorani, salvo poi essere destinato il 22 febbraio 2022 a Pagani.

Il dovere di dire grazie!
È impossibile riassumere in una sola parola – grazie – il sentimento che diventa memoria di P. Vincenzo.
È un esercizio doveroso, per ciascuno di noi, andare al di là dei nomi geografici sopra menzionati, e immaginare quante rinunce, quanta fatica, quante incognite e sfide quei nomi hanno rappresentato per i nostri “pionieri”, a cominciare da quei non luoghi che non appaiono sulle cartine geografiche e che corrispondono alla brousse.
È per il sì di p. Saravigna e p. Pentangelo, che oggi la Vice Provincia del Madagascar annuncia la Copiosa Redemptio in uno dei paesi più poveri del mondo.
È infine cosa buona e giusta menzionare l’affetto con cui p. Vincenzo è ricordato oggi là dove ha lavorato, in modo speciale l’ondata di dolore e di affetto che ha provocato la notizia della sua morte nell’Isola de La Réunion, dove molti lo stimavano come un santo.
Se è difficile riassumere in un paio di pagine l’avventura storica e il cammino interiore di qualsiasi essere umano, lo diventa ancor più se si deve raccontare una vita come quella del missionario p. Vincenzo.

Tre consegne per noi
Sono obbligato a estrema sintesi se rievoco tre consegne, tre scie di luce che il suo passaggio su questa terra ha provocato: il che non vuol dire (né è mai superfluo ribadirlo) ignorare le umane debolezze e imperfezioni che segnano ogni esistenza umana.

Al primo posto ricordo la sua semplicità di vita. Era stato troppo a contatto con la vita dei poveri per dare importanza alle cose, ai titoli, o a qualsivoglia ambizione. Il suo modo di vestire, essenziale e pur attento alla decorosa pulizia, andava di pari passo con la gestione austera e responsabile, talvolta scrupolosa, del denaro.

Una seconda traccia che mi piace mettere in evidenza è il suo sorriso, con cui riusciva a rallegrare l’ambiente e a stemperare qualche animosità. Ignorava cosa fosse la polemica. Anche questa era una lezione imparata dal mondo dei poveri, che hanno poco o niente da cui far dipendere la loro gioia di vivere, ragion per cui difficilmente la perdono.

Mi piace infine sottolineare la familiarità di approccio che caratterizzava la sua figura. All’incontrarlo si entrava subito in sintonia con lui, anche se disdegnava il mettersi in mostra. Gli piaceva raccontare il suo passato, questo sì; e valorizzava il solco dell’amicizia per gettarvi il seme della fiducia e del Vangelo. Quando lo sentivamo narrare le sue peripezie di pioniere Redentorista in Madagascar, era edificante per tutti noi. E con lo stesso genuino e “giovanile” entusiasmo valorizzava i social, a cominciare da Facebook, per offrire e ricevere amicizia.

Voglia sant’Alfonso accompagnare questo Redentorista generoso fino all’abbraccio col Padre ricco in misericordia.
La Madonna del Perpetuo Soccorso e tutti i nostri Santi e Beati aggiungano la loro alla nostra preghiera.In Cristo Redentore

P. Serafino Fiore cssr
Sup. Prov.

Prot. P031/ 2022
Ciorani, 19 giugno 2022

Dati ufficiali

  • Cognome = Sparavigna
  • Nome = Vincenzo
  • Nazionalità = Italia (Provincia di Napoli)
  • Nato = 22-Giu-1937
  • Morto = 15-Giu-2022
  • Professione = 29-Set-1955
  • Sacerdote = 17-Mar-1963

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