Van Rossum Guglielmo redentorista

Cardinale Guglielmo Van Rossum (1854-1932) – Olanda.

Cardinale Guglielmo Van Rossum (1854-1932)
Prefetto di Propaganda Fide

Nacque il 3 settembre 1854 nell’Olanda a Zwolle. Professò il 16 giugno 1874. Si ordinò Sacerdote il 17 ottobre 1879. Fu creato Cardinale Diacono il giorno 27 novembre 1911. Venne nominato Penitenziere Maggiore il 1° Ottobre 1915, e promosso Cardinale Presbitero il 6 dicembre 1915. Morì il dì 30 agosto 1932.

Per le sue rare qualità di mente e di cuore i Superiori della Congregazione gli affidarono incarichi ed uffici delicati e difficili, che egli disimpegnò con tatto ed abilità straordinaria.
Fu Prefetto degli Studenti, Lettore di Teologia; e nel 1894 avendo i Padri Consultori col Rettore Maggiore deciso di aprire in Roma una scuola superiore di Teologia, il P. Van Rossum fu chiamato dal Revmo P. Generale a cominciare quest’opera.

In Vaticano ben presto furono conosciute le rare virtù del P. Van Rossum, e Sua Santità Leone XIII di s. m. il 24 dicembre 1869 lo nominava Consultore della Sacra Congregazione del Santo Uffizio.
Per la sua vasta dottrina Sua Santità Papa Pio X di s. m. il 15 aprile 1904 lo chiamava a far parte della Commissione per la codificazione del Diritto Canonico.
Al P. Van Rossum si deve il riordinamento, secondo i più moderni sistemi scientifici dell’Archivio del Santo Uffizio.
Nel Luglio 1908 fu a Montevergine come socio del P. Antonio Maria Losito Visitatore Apostolico.

Il 19 maggio 1918 Benedetto XV lo rivestì del carattere episcopale, e lo inviò quale Legato Pontificio al Congresso Internazionale di Vienna del 1913, ed a quello di Amsterdam nel 1924.
Nell’aprile del 1931 il Cardin. Van Rossum presenziava la solenne inaugurazione, alla presenza del Santo Padre, del nuovo Collegio di Propaganda Fide al Gianicolo.

Dal 18 al 21 agosto 1932 partecipò al Congresso Eucaristico di Copenaghen.
La domenica seguente a Bois-le-Duc consacrò un nuovo Vescovo destinato a Vicario in Cina.

Il Cardinale Van Rossum era malato di diabete, ma non aveva alcun riguardo per la sua salute. Il 30 agosto venne colto da deliquio nel nostro Collegio di Witten in Olanda, ove egli risiedeva.
Trasportato subito a Maastriecht, in una clinica, vi giungeva completamente esaurito ed appena in tempo per ricevere i Sacramenti. Morì nelle prime ore del mattino, 31 agosto 1932.
Il Santo Padre Pio XI rimase vivamente addolorato ed ha inviato le sue condoglianze al nostro Rev.mo Padre Generale Murray che si trovava nella Casa di Wittem.

Il suo contributo alla Propaganda Fide

Passata appena l’immane bufera della guerra europea, mentre il mondo ricerca affannosamente un nuovo stabile assetto; e sorgono popoli e si agitano genti che si affacciano, minacciando col numero, e con le idee alla ribalta dei consessi internazionali; quando si moltiplicano e si fanno forti sino a diventare feroci i vari nazionalismi nelle più disparate terre del mondo, anche missionario, il Card. Van Rossum, con occhio lungimirante e polso sicuro, vede e provvede per il meglio.

Si accendono così, sulle rovine stesse del cataclisma tremendo, le prime scintille d’un fervore nuovo di evangelizzazione, che poi esplodono, scrive il P. Tragella, «in una esuberante fioritura di opere e di attività missionarie … Il seme è gettato, e con abbondanza; è il primo momento necessario, è l’ opera missionaria di Benedetto XV ».

È del 30 novembre 1919 l’Enciclica «Maximum illud» dove sappiamo, fu l’ Emonetissimo Van Rossum a volere un particolare accenno all’opera pel Clero indigeno che tanto gli stava a cuore, e dove vien domandata a Propaganda Fide una «particolare cura per l’Opera della Propagazione della Fede», come quella che massimamente ha da fornire gli ampi mezzi richiesti al mantenimento delle molteplici Missioni … ».

E Propaganda, in adempimento dell’esplicito mandato, emana, tra l’altro, in data 1° marzo 1921, un decreto che costituisce un Consiglio centrale della Propagazione della Fede per tutte le Diocesi d’Italia, cui fa seguito l’Istruzione ai Vescovi del 15 maggio 1921, che è quasi il proemio del Motu Proprio « Romanorum Pontificum».

Sono i primi passi a quella che fu detta la Internazionalizzazione della Propagazione della Fede; parola un poco ardita, se non la si intendesse nel suo giusto ed evidente senso di internazionalità di governo e di direzione, assunta col suo trasporto dalla Francia a Roma.

Nel memorando discorso della Pentecoste 1922, il S. P. Pio XI diceva: «Per misurare gli effetti ed avere il giusto rilievo delle cose, bisogna guadagnare certi punti di vista e raggiungere certe distanze; Dio ci ha posti in queste condizioni».

È trascorso, ormai, il «primo momento» del risveglio missionario, quasi tumultuoso nella sua esuberanza, e si viene, con Pio XI, ad un «secondo momento», quello dello «studio riflesso, attento dei problemi nuovi e non facili che sono sorti, e sorgono ogni giorno dall’ attività missionaria», per cui «si avrà quella continuazione ch’è progresso», e Pio XI potrà giustamente chiamarsi «il continuatore, il perfezionatore di Benedetto XV e sarà il Pontefice dell’avvenire delle Missioni ».

La Missionaria questione verrà così affrontata in pieno, ed a fianco del Vicario di Cristo a capo di Propaganda Fide ci vorrà persona che, godendone intera la fiducia, vedendo provvidenzialmente nell’identico modo, giudicando cogli stessi criteri, comprenda, coadiuvi, attui con fermezza i larghi disegni pontifici.

Per questo il Cardinale Van Rossum rimarrà al suo posto, e per questo non fa meraviglia se, in un decennio, rapide e continue le provvidenze si succedano alle provvidenze, geniali sempre, opportune, nuove, anche ardite, ma pur sempre di lunga mano pensate e preparate, perché veramente risolvano o pongano in via di felice soluzione tutti i poliedrici aspetti del problema missionario.

Già nel 1919 il Cardinale Van Rossum aveva cooperato all’istituzione della Delegazione Apostolica del Giappone e di quella dell’Albania nel 1920. Pio XI guarderà alla Cina, al Sud – Africa, all’Indocina ed in seguito al Congo-Belga ed all’ Africa Britannica, ed il fedele collaboratore del Papa delle Missioni, sapendone tutta la delicatezza e l’importanza, verrà preparando l’ avvento delle nuove Delegazioni con visite apostoliche, designandovi persone di particolare competenza circa i problemi missionari; visite apostoliche che estenderà ai singoli istituti religiosi ed a missioni, per ordinarne sempre meglio la disciplina e il lavoro.

E perché al comando si accompagni l’ esempio, egli stesso visiterà le Missioni che tanto amava dell’ Europa Settentrionale.
Quasi a premio di questo zelo particolare, chiuderà gli occhi per l’ eterno riposo con la dolce visione dei trionfi eucaristici di Copenhagen.
In Cina ed in Africa, sopratutto, esistono circoscrizioni ecclesiastiche troppo vaste. Il Papa pensa al loro frazionamento ed il Cardinale Van Rossum sollecita e favorisce l’ingresso nelle missioni di nuovi Istituti religiosi, per cui si potranno erigere in gran numero nuovi Vicariati e Prefetture.
Per tempi nuovi, nuove necessità. Nel dopoguerra occorreva quindi una cooperazione missionaria più vasta, una propaganda più intensa, diremo una propulsione più centrale a tutte le opere. E il Cardinale Van Rossum se ne fa una delle sue più assidue preoccupazioni.

Il Motu Proprio « Romanorum Pontificum », che trasporta a Roma l’ Opera della Propagazione della Fede, mostra al Cardinale tutto il bene che avrebbe apportato nel campo della cooperazione missionaria il provvedimento pontificio, e perché questa abbia appoggi sempre più validi ed estesi, benedice ed incoraggia, col Santo Padre, una delle più grandi opere illustratrici dell’ idea missionaria: la «Unione Missionaria del Clero».

Compreso della potenza della stampa per la efficace e fruttuosa propaganda, le dà vigoroso impulso sia che studi pei dotti i diversi problemi missionari, sia che tenga vivi nel popolo il pensiero e l’affetto per la grande causa.

Sorge sotto il suo governo la «Agenzia Internazionale Fides» per la diffusione delle notizie missionarie, che oggi, dopo soli cinque anni, conta più di 400 corrispondenti sparsi in tutte le missioni del mondo ed invia i propri comunicati a più che 1600 giornali e periodici, cooperando così ad una sempre più intensa ed efficace penetrazione dell’ idea missionaria.
Anche le forme più moderne di aiuto alle missioni, come il rifornimento di veloci mezzi di comunicazione ed il servizio sanitario, sono da lui sostenuti.
Faro di luce splendida, pei popoli che sono nelle tenebre, il nuovo Collegio Urbano di Propaganda gode le predilezioni del Cardinale Van Rossum che lo ha visto sorgere e vi ha fondato tra l’ altro, una cattedra missiologica.

Favoriti da lui gli studi missionari scientifici, le ricerche nell’ Archivio e nella Biblioteca missionaria di Propaganda, dando all’uno ed all’altra una sistemazione moderna ed aprendo un laboratorio per il restauro dei volumi dell’ Archivio.

Sua ansia i problemi scolastici in terra di missione; suo gaudio i nuovi seminari e collegi pel Clero indigeno, l’Università Cattolica di Pechino che si apre nel 1924, le pratiche per la soluzione delle questioni scolastiche nell’Africa inglese.

Gloria di Pio XI l’Esposizione Missionaria del 1925 e la sua perpetuazione nel Museo Missionario Laterano; ma chi sa quale attiva parte vi ebbe il Cardinale Prefetto di Propaganda, al quale il Papa domandava il grave e delicato compito della preparazione «ben conoscendo la sua prudenza e la sua ardente volontà?».

Se ebbe una preferenza il suo cuore grande, certo fu per il Clero indigeno. Vedeva troppo bene come sul Clero indigeno si debbano posare le più sicure speranze per l’avvenire della Chiesa nelle Missioni.

Di qui le trattative ancor prima della «Maximum illud», con la fondatrice delle Francescane Missionarie di Maria perché la provvidenziale Opera della Bigard avesse uno statuto definitivo e fosse presentata a Propaganda Fide; di qui il suo lavoro perché fosse non solo approvata dalla Santa Sede, ma dichiarata Opera Pontificia e trasportata a Roma; di qui la «Lettera circolare» del 20 maggio 1923 ai Superiori di tutti gli Istituti Missionari, in cui dichiarava che «i vari territori furono propriamente affidati a fine di stabilirvi e fondarvi la Chiesa … »; di qui il continuo impulso da lui dato a tutto quanto mirasse al bene ed alla prosperità dell’Opera del Clero indigeno.
Compenso alle sue continuate premure sarà la consacrazione dei Vescovi Cinesi e di quello Giapponese, voluta dal Santo Padre, ed il fiorire sempre più rigoglioso dell’opera che nel 1920 raccoglieva L. 316.675, nel 1927 toccava le L. 8.460.827 ed oggi raggiunge i 12 milioni, mentre ha visto, in un decennio, sorgere dovunque grandi e piccoli Seminari ed i Seminaristi indigeni ascendere al numero di 15.000.
Magnifica visione per la quale esulterà ognora lo spirito eletto di lui, che tanto ha amato il Clero indigeno.

Il Cardinale Van Rossum si è spento dolcemente, dopo lunga e laboriosa giornata, nella sua terra natale. Ancora alla vigilia del suo trapasso aveva consacrato un Vescovo missionario … La sua ultima volontà questa: «Lascio tutto ciò di cui posso disporre alla Sacra Congregazione di Propaganda, per le Missioni».
Aveva dato ad esse la maggiore e migliore parte della sua preziosa esistenza; dona morendo quanto ancora possiede.
Tutto il mondo missionario, che ne piange dolorosamente la perdita, si conforta nella certezza che continuerà a donare dal cielo,dove gode la mercede promessa a chi lavora nel nome di Apostolo.

(D. L. Acquistapace – Agenzia «Fides»)

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Profilo tratto da Biografie manoscritte
del P. Salvatore Schiavone –
vol.3 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
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Ritratto fotografico del P. W. Van Rossum, redentorista olandese, creato Cardinale Diacono il giorno 27 novembre 1911; nominato Penitenziere Maggiore il 1° ottobre 1915, e promosso Cardinale Presbitero il 6 dicembre 1915.
Ritratto fotografico del P. W. Van Rossum, redentorista olandese, creato Cardinale Diacono il giorno 27 novembre 1911; nominato Penitenziere Maggiore il 1° ottobre 1915, e promosso Cardinale Presbitero il 6 dicembre 1915.

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Monumento funebre al Cardinale Van Rossum in Wittem (Olanda). Grande e significativo è stato il contributo dato dal cardinale Van Rossum a Propaganda Fide. Sua priorità fu la formazione del clero indigeno delle missioni.
Monumento funebre al Cardinale Van Rossum in Wittem (Olanda). Grande e significativo è stato il contributo dato dal cardinale Van Rossum a Propaganda Fide. Sua priorità fu la formazione del clero indigeno delle missioni.

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