Vangelo e riflessione della 25ma domenica TO_C

L’annuncio della Parola oggi

            • 1. Vangelo e riflessione della 25ma domenica TO_C: “Non potete servire Dio e la ricchezza”.
            • 2. Video-riflessione  di Giuseppe De Nardi su Lc 16,1-13 – da YouTube.
              3. Video – Come interpretare la parabola dell’amministratore disonesto
              – da YouTube.
            • 4a. Video – San Gennaro: dal martirio al miracolo del sangue – da YouTube.
            • 4b. Napoli, il Miracolo di San Gennaro: il sangue si scioglie nell’ampolla – da YouTube.
            • 5. Video – Papa Francesco: “Pregare per i governanti”  – da YouTube.
            • 6. Video C.Ss.R. – Spettacolo sulla vita di San Gerardo Maiella a Soverato – da YouTube.
            • 7. S. Alfonso = Vanità del mondo.

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“La parola di Dio dimora in voi che avete vinto il maligno” (1Gv, 2,14).

1. Vangelo e riflessione della 25ma domenica TO_C – (Lc 16,1-13).
“Non potete servire Dio e la ricchezza”.
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

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2. Video-riflessione di Giuseppe De Nardi su Lc 16,1-13  di Telepace Holy Land TV (dur. 5,27) – da YouTube.

3. Video – Come interpretare la parabola dell’amministratore disonesto di The Scribe’s Treasure (dur. 3,20) – da YouTube.

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4a. Video – San Gennaro: dal martirio al miracolo del sangue – 6 mag 2019 – di Tv2000it (dur. 20,08) – da YouTube.

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4b. Video – Napoli, il Miracolo di San Gennaro: il sangue si scioglie nell’ampolla di Fanpage.it (dur. 1,25) – da YouTube.

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5. Video – Papa Francesco, Omelia a Santa Marta del 16 settembre 2019 – “Pregare per i governanti” di v2000it (dur. 3,00) – da YouTube.

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6. Video C.Ss.R. – Spettacolo sulla vita di San Gerardo Maiella a Soverato (CZ) di calabriawebtv (dur. 4,47) – da YouTube.

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7. Un insegnamento di S. Alfonso.
Vanità del mondo.
♦ Una volta un antico filosofo di nome Aristippo, mentre faceva una viaggio per mare, la nave naufragò ed egli perse i suoi effetti personali. Ma quando giunse a riva, essendo egli molto noto per la sua scienza, gli abitanti del luogo gli fornirono quanto aveva perduto.
In seguito egli, scrivendo agli amici della sua città, li esortò a munirsi solamente quei beni che non si possono perdere neppure con un naufragio.
♦ I nostri parenti e amici, che ora vivono nell’eternità, ci mandano a dire la stessa cosa: che in questa vita attendiamo a procurarci soltanto quei beni che non si perdono neppure con la morte. Il giorno della morte è chiamato giorno di perdizione (Dt 32,35), proprio perché in tal giorno si perdono tutti i beni di questa terra, gli onori, le ricchezze, i piaceri.
Per questo sant’Ambrogio scrive che i beni terreni non possiamo chiamarli nostri, perché non possiamo portarli con noi nell’altro mondo, dove ci accompagnano soltanto le virtù.
“Che serve dunque, dice Gesù, guadagnare il mondo intero, se poi in morte, perdendo l’anima, perderemo tutto? (cf. Mt 16,26).
Vanità delle vanità (Qo 1,2): così Salomone definì tutti i beni di questo mondo, dopo aver provato ogni piacere della terra, come ammise egli stesso: Non ho negato ai miei occhi nulla di ciò che bramavano (Qo 2,10). E’ una cosa incomprensibile: i santi tremavano pensando all’importanza della salvezza eterna, mentre i peccatori stanno andando verso la perdizione, eppure dormono, scherzano e ridono!
(S. Alfonso, Apparecchio alla morte, XIII, 1).
Un link all’originale.

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discepoli di Cristo devono imparare a fare un uso ragionato del denaro. Il denaro in sé non è né buono né cattivo, ma occorre saperlo usare bene, facendo opere buone perché, al momento della nostra morte, possiamo trovare in cielo degli intercessori che ci possono aiutare. La ricchezza in se stessa si rivela disonesta, poiché illude su promesse che non può mantenere. Infatti ci illude di poter dare un compimento alla nostra vita, mentre il suo vero compimento sta nella relazione con Dio e con gli altri, in un’amicizia che non delude. Gesù ci invita a trasformare i beni che possediamo non in uno sfrenato consumo senza senso, ma a costruire relazioni, perché sono gli amici, cioè le relazioni autentiche, a condurci nel Regno di di Dio.