Vangelo e riflessione Domenica XVII TO


L’annuncio della Parola oggi

            • 1. Vangelo e riflessione di Domenica XVII Tempo Ordinario – “Il pane… perché abbiano da mangiare”.
            • 2. Video-riflessione di P. Gennaro Sorrentino redentorista.
            • 3. L’ABC della fede del card. Biffi –  di Don Andrea Caniato – TV 12 porte Bologna
            • 4. Una missione redentorista a Maranhão (Brasile) – da YouTube.
            • 5. Una riflessione di S. Alfonso: Pratica per evitar la tiepidezza.

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“La parola di Dio dimora in voi che avete vinto il maligno” (1Gv, 2,14).

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1. Vangelo della domenica – (Gv 6,1-15)
“Il pane… perché abbiano da mangiare”. 

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

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Un consiglio per non bloccarsi: aprirli uno per uno e lasciarli terminare.

2. Video riflessione di P. Gennaro Sorrentino redentorista – da YouTube – dur 14,56 min.

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3. L’ABC della fede, Card. Biffi – di mons. Anfrea Caniato – da Gloria.tv. – dur. 2,45.

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4. Una missione redentorista a Maranhão (Brasile) – da YouTube.

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5. Una riflessione di S. Alfonso – Pratica per evitar la tepidezza

Vivono in gran pericolo quell’anime che non fan conto de’ peccati veniali e si abbandonano alla tepidezza, senza pensiero di liberarsene.
Non si parla qui delle colpe veniali commesse per mera fragilità, come parole inutili, disturbi interni, piccole negligenze e simili; si parla delle colpe veniali pienamente volontarie, massimamente se sono abituali.
Scrisse S. Teresa: “Da peccato avvertito, benché piccolo, il Signore ci liberi”.
Diceva il P. Alvarez: “Quelle piccole maldicenze, avversioni, curiosità colpevoli, impazienze, intemperanze, non uccidono l’anima, ma la rendono sì debole, che sopravvenendo poi qualche tentazione grave, non avrà ella forza di resistere, e cadrà”.

Sicché i peccati veniali deliberati da una parte indeboliscono l’anima, dall’altra parte fan mancare gli aiuti divini; mentr’è giusto che Dio vada scarso con coloro, che vanno scarsi con esso. E di ciò più deve temere un’anima, che ha ricevute grazie speciali dal Signore.
Maggiormente poi deve temere, se tali colpe sono con qualche attacco di passione, come di ambizione, o di cupidigia, o di avversione, o d’affetto disordinato verso qualche persona.
A tali anime legate da passione avviene non di rado, come ai giocatori, che facendo molte perdite, all’ultimo dicono: “Vada tutto”, e finiscono di perdere quanto hanno. Povera quell’anima, che sta legata da qualche passione; la passione accieca e non ci fa vedere più quel che facciamo.

Veniamo alla pratica di quel che abbiamo da fare, per liberarci dallo stato miserabile della tepidezza. Bisogna per 1. aver desiderio risoluto di liberarcene. Il buon desiderio allevia la fatica e dà forza di camminare innanzi. E persuadiamoci che nella via di Dio chi non cammina innanzi, andrà sempre in dietro; e andrà tanto in dietro, che finalmente cadrà in qualche precipizio.

(da “Via della salute”)

Leggi tutto il capitolo di S.Alfonso.