Vita Redentorista 303

VitaRed10Vita Redentorista – Rubrica quotidiana – 30 ottobre

Questo giorno vissuto con spirito redentorista

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1. Dalle Costituzioni e statuti 1. Statuti Generali – Sezione seconda – Il regime (Vice-)Provinciale. – Art. 2. Il superiore ( vice) Provinciale e il suo Vicario. 2 – Doveri e diritti del superiore (Vice-)Provinciale.
Il superiore (Vice-)Provinciale, perché possa animare e organizzare la sua (Vice-)Provincia, deve prima conoscerla. Perciò, per favorire il dialogo, non solo accoglierà volentieri i confratelli che vanno da lui, ma visiterà spesso le comunità per viverne la vita.
Deve fare la visita canonica di tutta la (Vice-)Provincia almeno ogni tre anni. Il superiore Provinciale visiterà periodicamente le Vice-Province. (Stat. Gen. 155
).

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2. Pensiero e testimonianza sulla Virtù del mese: Il Raccoglimento.

  • Per custodire il gran dono dello spirito d’orazione e per essere anima d’orazione, mezzo necessario è il silenzio e il ritiramento. e questo divoto silenzio e ritiramento conduce ad un profondo raccoglimento del cuore e ad una presenza di Dio vivace e feconda e per conseguenza apporta all’anima la sua perfezione.(Beato Gennaro Sarnelli).
  • Testimonianza = S. Gerardo. – Leggi tutto.

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30ottobre2

3. Redentoristi nel Mondo
Redentoristi d’Italia – Materdomini
2013 – La festa di San Gerardo 16 ottobre: l’evento… come un romanzo.
di Elisa Malanga

Un inizio di autunno carico di pellegrini al Santuario di San Gerardo, tra odori delicati di fiori e di incensi che si sprigionano nei giorni della novena dedicata a Gerardo Maiella. Pellegrini che giungono in gruppo, che cercano conforto ai piedi della sua tomba, che cantano assorti canzoni tramandate da generazioni e ancora oggi capaci di commuovere chi le ascolta, che chinano il capo decisi e fanno il segno della croce quando i padri li benedicono. E lo sguardo procede lungo le linee dei sorrisi dei bimbi che, con gli occhi colmi di meraviglia, osservano quei fiocchi donati al loro Santo protettore.

I racconti sui miracoli di Gerardo si susseguono in dialetto, tra le lacrime, tra gioiosi sorrisi. Qui, sulla collina che domina la valle del Sele, siamo immersi nelle storie dei fedeli tutto l’anno, eppure nei giorni della sua festa la parole giungono ai nostri cuori con una forza e un vigore sorprendente. La vigilia ha un sapore mistico, con il rivivere degli ultimi momenti della vita terrena di Gerardo. La notte passata in preghiera si veste di una soave pace. Alla confusione dei pomeriggi di pellegrinaggio si sostituisce un ordine armonico di parole sussurrate con devozione. E, infine, ecco la festa.

Il 16 ottobre è una giornata che i devoti di Gerardo aspettano con fervore, che desiderano vivere con entusiasmo, che affrontano con trasporto. I pellegrini arrivano presto, le strade di Materdomini si riempiono in fretta di pullman ed automobili dai quali si levano canti dedicati a Gerardo e lungo il Corso sant’Alfonso il profumo del caffè si mescola a quello delle caldarroste. Ad un certo punto, si scorge un uomo che, nonostante proceda a fatica portandosi dietro un carretto con una pesante composizione di fiori e candele, rifiuta tenacemente l’aiuto degli altri. Sorpresa da questo atteggiamento, chiedo spiegazioni al suo capogruppo e lui mi spiega che quell’ uomo che procede ostinatamente da solo si chiama Giovanni ed ha fatto un voto: quest’anno offre le candele al suo caro san Gerardo perché ha guarito la sua nipotina da un brutto male.

D’altronde, di pellegrini se ne incontrano tanti per le vie di Materdomini: resta negli occhi l’immagine pacifica e gentile di una ragazza giovanissima che, compostamente seduta su di una panchina, se ne sta a leggere un libricino di preghiere, con una tale concentrazione che sembra non accorgersi neppure dei tanti bambini vocianti che affollano lo spazio intorno a lei.

Molti pellegrini hanno già occupato le sedie in piazza, in tanti continuano ad arrivare. Mi avvicino a Lucia Pelusi, una giovane mamma che spinge un passeggino: “È la prima volta che vengo a Materdomini, so che San Gerardo è il protettore delle mamme e dei bambini e allora – aggiunge poi con un dolce sorriso – ho portato la mia piccola Francesca per una benedizione”. “Finora ho visitato solo la sala dei fiocchi e già mi sono commossa – prosegue Lucia, che fin da Roma si è spinta a Materdomini – ora non desidero altro che incontrare san Gerardo e conservare la sensazione di pace nell’anima che ho provato appena ho messo piede nel suo Santuario!”. Lasciamo andare Lucia e la piccola Francesca da Gerardo, lì troveranno sicuramente la pace e la gioia che cercano.

È l’ora della messa solenne e nella chiesa stracolma si prepara la celebrazione. Si uniscono i colori delle divise delle autorità militari e quelli delle fasce dei sindaci presenti, i bambini stretti tra le braccia delle mamme e gli anziani già seduti nei banchi: tutti pronti a condividere l’incontro con Gesù Eucarestia. “Riconosciamo la presenza di Gesù mettendoci al servizio dei nostri fratelli – esorta nell’omelia monsignor Pasquale Cascio, Vescovo dell’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, Conza, Nusco e Bisaccia – San Gerardo ha donato il suo servizio a Gesù Cristo e lo ha gratificato con i suoi atti di carità e solidarietà. Egli ha servito Gesù ed il Signore lo ha onorato. Solo servendo Dio come ha fatto Gerardo – spiega sua Eccellenza – si spalancherà nel nostro cuore la porta della Fede e giungeremo alla comunione vera con i fratelli. Aprite il cuore alla Fede e sperimentate la bellezza di Dio come ha fatto San Gerardo in ogni momento della sua vita!”.
Queste parole aprono l’animo alla speranza e invitano a godere della grande gioia di incontrare il Signore ogni qual volta ci si pone al servizio degli altri.

È il Superiore Provinciale dell’Italia Meridionale padre Davide Perdonò a concludere la celebrazione: “Sono stati giorni di intense emozioni, abbiamo condiviso tanto – esordisce padre Davide – San Gerardo ci dà la forza e ci sostiene nel cammino della vita con il suo esempio di semplicità e di costante servizio al prossimo. È soprattutto con i più umili – prosegue il padre Provinciale – che dobbiamo renderci semplici, proprio come faceva San Gerardo che si rendeva egli stesso pellegrino nei luoghi più bisognosi della sua opera. Ed è solo con la determinazione quotidiana a voler seguire la Parola di Dio che possiamo renderci degni fratelli di San Gerardo. Nessuno di noi – conclude padre Davide – può esimersi dal servire l’altro, fosse pure semplicemente tendendogli una mano con carità”.
E sono proprio le mani dei fedeli ad alzarsi verso l’alto, quelle mani che afferrano i sacchetti pieni di grano che alla fine della celebrazione della messa viene benedetto come augurio di buona semina: un’antica tradizione che ancora oggi viene tramandata a Materdomini e che ricorda l’origine contadina dei popoli vicini a Gerardo.

Nel pomeriggio scende la pioggia e allora c’è chi trova riparo nella Chiesa del Redentore, chi approfitta per recarsi di nuovo alla tomba, chi si concede una confessione, chi ci apre il cuore mentre osserva i quadri raffiguranti la vita di San Gerardo: “Non è la prima volta che vengo al Santuario – ci racconta Teresa Melfi, di Montoro – ma oggi è un giorno speciale: ho portato il mio piccolo Francesco per affidarlo a San Gerardo e sono certa che la sua protezione non gli mancherà mai!”
L’attesa che la pioggia si plachi si legge sui volti dei pellegrini, che aspettano la statua per la processione: “Siamo qui da stamattina – racconta Giuseppe Moretti, di Foggia – abbiamo seguito tutti gli eventi, ma la processione è il momento più atteso. San Gerardo non ci deluderà, tra poco la pioggia smetterà di cadere e lo vedremo uscire fiero dalla sua chiesa. Io – assicura Giuseppe – lo seguirò in cammino per Materdomini come faccio ormai da tanti anni!”.

La pioggia si placa, il vento si calma. San Gerardo può essere portato in processione per le vie del borgo che custodisce le sue spoglie. Sono piedi che vanno veloci, mani che salutano, bimbi che si agitano e si tendono verso la statua, sorrisi che accolgono Gerardo lungo le vie, petali di fiori lanciati in aria dalle mani dei suoi devoti che gli accarezzano il volto, fuochi d’artificio che lo festeggiano all’imbrunire nel piazzale della Basilica al suo rientro.

Si è ormai conclusa la festa del 16 ottobre, ma gruppi di pellegrini continueranno a raggiungere il Santuario nei giorni seguenti, ancora più numerosi che nel giorno della festa. Il mese di ottobre è dedicato interamente a festeggiare Gerardo, a riempire i cuori dei pellegrini affinché la festa e la speranza non abbandoni mai chi, strada facendo, incontra San Gerardo!

(da “In cammino con San Gerardo”, novembre, pp. 6-7).

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4. Un Canto di tradizione redentorista
Bella di luce un giorno
(L’Assunta incoronata)

Bella di luce un giorno
apparve in ciel Maria:
allor un’armonia
nuova d’amor s’udì.
Rit.
Prega Maria nel cielo,
prega per noi Gesù.

Vieni, dicea l’Eterno,
o Figlia avventurata:
da colpa mai macchiata
ti vide il mio pensier.

Demo cantata da Anna Risi.
[audio:/TradizRedARisi/42-BellaDiLuce.mp3]

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5. Una immagine al giorno.

2013 – Materdomini 16 ottobre – La festa di San Gerardo è stata caratterizzata dal cattivo tempo e da una pioggia insistente. I pellegrini hanno saputo attendere con pazienza una tregua della pioggia per manifestare con la solenne processione il loro amore al grande Santo. – Quante storie, quanti prodigi, quante speranze si ascoltano dai pellegrini. La missione di Fratel Gerardo continua ancora.
2013 – Materdomini 16 ottobre – La festa di San Gerardo è stata caratterizzata dal cattivo tempo e da una pioggia insistente. I pellegrini hanno saputo attendere con pazienza una tregua della pioggia per manifestare con la solenne processione il loro amore al grande Santo. – Quante storie, quanti prodigi, quante speranze si ascoltano dai pellegrini. La missione di Fratel Gerardo continua ancora.