Gaudio Francesco redentorista

Fratello Francesco Gaudio (1859-1926) – Italia.

Fratello Francesco Gaudio (1859-1926)

Nacque in Cosenza il 21 maggio 1859. Era sagrestano della Cattedrale, ed anche organista, allorché si decise, verso l’anno 1890, farsi Laico Liguorino, nel mese mariano praticato colà dal nostro P. Nicola Muccino.

Io lo conobbi per la prima volta a Materdomini nel 1891, e fin da allora ebbi a formarmi di lui l’idea di un santo religioso. Lo rividi a Ciorani nell’anno 1894, ed ebbi anche colà da edificarmi di lui. Lo vedevo sempre modesto, raccolto, devoto, silenzioso.

Il 13 giugno 1902 fece la sua Professione, e subito fu assegnato al Collegio di S. Andrea sullo Jonio in Calabria, dove rimase sino alla morte, occupando sempre l’ufficio di sagrestano e di organista; e si esercitavi anche in far da stagnino.
Raccolse continue lodi dai Superiori, Provinciali, Sacerdoti per l’esattezza e compitezza che si notava in lui in ogni cosa.

Nel gennaio 1923 fui anch’io, P. Schiavone, assegnato a S. Andrea, e Fratello Francesco volle avermi per suo confessore; per cui ebbi da ammirare la somma delicatezza di coscienza, la sua angelica purità, la prudenza nel trattare con donne, l’amore all’osservanza regolare, il rispetto ai Superiori, la carità fraterna, e specialmente l’umiltà e la pazienza nelle sue grandi sofferenze.

Non ricordo mai un lamento per qualsiasi contrarietà avesse ricevuta. Lo vedevo sempre uniformato alla volontà di Dio che il tutto permette per nostro bene.
La compagnia di Fratello Francesco era cara a tutti. Nelle ricreazioni a refettorio sapeva tenere allegra tutta la Comunità, facendo, talvolta, qualche poco di predicozza a terzo tuono, avendo una magnifica voce, or sul Giudizio Universale, or sulla Morte, or sull’Umiltà ecc. ecc.

Tutto il giorno del 3 marzo 1926, mercoledì, lavorò, stagnando oggetti di cucina, e si strapazzò molto, mentre era abbastanza sofferente. A sera, dopo la meditazione vespertina, fece la visita al SS. Sacramento ed a Maria Santissima, poi la Lettura e lesse con grande commozione degli altri Fratelli la Considerazione XXXI del Mondo Santificato «Disinganni in punto di morte», dove il nostro Venerabile P. Sarnelli dice:

«Considera, come nell’ora della morte il Cardinale Corrado, sospirando diceva: Piacesse a Dio, che in quest’ora mi trovassi in un monastero, dove mi fossi esercitato nei servizi più bassi e vili. Che mi giovano i beni terreni? Il P. Arcanari disse: Oh quanto è diverso il giudizio delle cose di questo mondo, fatto da chi è vicino a morire! Beato chi lo conosce a tempo; con quanta pace muore, con quanta sicurezza si salva, con quanti meriti va a godere Dio!
Anima mia, conoscilo ora, che puoi rimediarvi, non aspettare, che i buoni desideri restino sulla bara. Ricordati che fra poco non vi sarà per te più mondo, non aria, non cielo, non casa, non patria, non professioni, non vita.
La morte ti spoglierà di ogni cosa, anche del tuo corpo, al quale dando l’ultimo addio, dirai: A rivederci nella Valle di Giosafatte. Anima mia, preparati a morire, staccati dalla terra, affezionati al Cielo, ama Dio …. ».

A refettorio, poi, a cena, io ho letto nella Devozione verso Maria Vergine, come la carne di Gesù Cristo è la stessa carne della Madre sua: Caro Christi, caro est Mariae. (S. Agostino) ecc. Ecco un altro bel sentimento di amore a Gesù ed a Maria, ricevuto nella santa Comunione la mattina.

Il Superiore toglie il silenzio e gli domanda: Fratello Francesco, che si dice dalla gente degli Esercizi che stiamo facendo alla Matrice?  «Padre – risponde – non ho domandato» . Ecco l’ultima parola di Fratello Francesco!

Poco dopo, il Superiore dice: «Ho letto sull’Osservatore che è morto il nostro P. Benedetti»  e mentre stiamo piegando le salviette, dicendo l’ Ave Maria, Fratello Francesco viene colpito da paralisi e resta col boccone di baccalà in bocca e l’affoga. Erano le 8.30 p. m. Io gli diedi subito l’assoluzione.

Trasportato in camera (quella a piè della scala del Coro), gli do l’ultima assoluzione sub conditione, gli amministrai l’Estrema Unzione, gl’impartii la Benedizione Papale in articulo mortis, e dopo tre ore di agonia spirò placidamente alle ore 11.30 p. m.

La mattina seguente, giovedì, si celebrarono i funerali alle ore 10, e dopo fu trasportato al Camposanto, accompagnato da immenso popolo con a capo il Clero e tutte le persone più ragguardevoli del paese, assieme ai Padri e Fratelli della Comunità del Collegio di S. Andrea.

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Profilo tratto da Biografie manoscritte
del P. Salvatore Schiavone –
vol.3 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
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Rara fotografia del Fratello Francesco Gaudio, originario di Cosenza, durante il suo noviziato nel 1895. Stimato e amato da tutti, morì a S. Andrea dello Jonio nel 1926.
Rara fotografia del Fratello Francesco Gaudio, originario di Cosenza, durante il suo noviziato nel 1895. Stimato e amato da tutti, morì a S. Andrea dello Jonio nel 1926.

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