Pregare sempre 36

Tempo Ordinario 4a settimana, mercoledì – Cristo nostro tutto
Sii benedetto, o Padre, che ci hai benedetti in Cristo con ogni benedizione spirituale (Ef 1, 3).

• O Signore, non dici forse che tu sei la via? Non affermi ancora che sei la luce, e che nessuno può andare al Padre se non. per te? Perduta la tua guida, o buon Gesù, non si troverà la strada (cf Mansioni VI, 7, 6).

Che cosa sono senza di te, o Signore? Che cosa valgo se non sono unita a te? E dove vado a finire se anche per un poco mi allontano da te?
Signor mio, misericordia mia e mio tesoro, che altro bene è mai possibile desiderare fuor di starti così vicino da non temere più separazioni? Che cosa vi può essere di difficile quando si è in tua compagnia? Che cosa non si saprà fare per te avendoti così dappresso?… Con la tua grazia e protezione non ti abbandonerò mai più.

Vedo, o mio Sposo, e non lo posso negare, che tu sei tutto per me. Per me venisti sulla terra, per me ti sottomettesti ai flagelli, per me rimanesti nel Santissimo Sacramento…
Che potrò mai fare per il mio Diletto?… Sì, o mio Dio, in che cosa ti posso essere utile? Che può mai fare per te quest’anima che ebbe la triste abilità di offenderti, se non sciupare le grazie che tu le hai dato? Che cosa si può mai sperare dai tuoi servizi? E supposto pure che con la tua grazia sappia fare qualche cosa, che sarà mai se non l’opera di un vermicciolo? Che interesse ne potrà avere un Dio così potente?… Solo l’amore può permetterci di pensare che questo vero Amante, mio Sposo e Bene mio, abbia bisogno di noi…
Ma se tu vieni a me, o Signore, perché temerò di non poterti molto servire? D’ora innanzi, Signore, voglio dimenticare me stessa per non pensare che a meglio compiacerti e a non avere altra volontà che la tua. Ma la mia volontà è inefficace: tu solo.puoi tutto, mio Dio! Tuttavia fin d’ora voglio fare quel che posso, che è di risolvermi ad agire (Pensieri 4, 7‑11).
(S. Teresa di Gesù).
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da “Intimità divina”
Roma 1992

Gesù mio, per i tuoi meriti spero da te il perdono di tutte le offese che ti ho fatte. Ma come poss’io, amor mio crocifisso, temere del perdono, se tu sei morto per perdonarmi? (S. Alfonso)