S. Alfonso. Case redentoriste, Case di Misericordia

GiubileoAlfo2

32. S. Alfonso. Case redentoriste, Case di Misericordia.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

32. S. Alfonso. Case redentoriste, Case di Misericordia.

♦ I Vescovi, vedendo il profitto degli Esercizi, vi intervenivano anch’essi con buona parte del loro Clero. D. Innocenzio Sanseverino, essendo Vescovo di Montemarano, portavasi nella Casa di Ciorani con buona porzione del Clero; così anche Monsignor Volpe Vescovo di Nocera, e Monsignor Borgia, essendo Vescovo della Cava.
♦ Nella Casa d’Iliceto, omettendo le altre, vi si vedevano con il loro Clero Monsignor Campanile Vescovo di Ascoli, Monsiguor Onorati Vescovo di Trevico, Monsignor Basta Vescovo di Melfi, Monsignor Amato Vescovo di Lacedonia, e Monsignor Brancaccio, che fu Vescovo di Ostuni, in quel tempo Vicario di Ariano. Tutti questi intervenivano con la metà del Clero, e ritornati in Diocesi, rimandavano l’altra metà.
♦ Non pochi Regolari, anche degli Ordini più rispettabili, volendosi unire maggiormente con Dio, concorrevano nelle nostre Case. Nella Casa di Ciorani vi si vedevano Conventuali, Religiosi di Montevergine, Agostiniani, ed altri. Se il P. Maestro Troisi chiese gli Esercizi a tutti i suoi in Solofra, fu perché di persona ne aveva sperimentato il profitto. Il P. D. Carlo Carafa Teatino, stando di stanza in Foggia, ritornava più volte l’anno nella Casa d’Iliceto, con numerosa recluta di persone bisognose.
♦ Un benedettino, ma graduato, si vide così compunto in questa Casa, che non esitò confessare le sue colpe tra cento e più persone. Si beffò di quest’atto umiliante un P. Agostiniano, anche graduato, ma entrato nei Santi Esercizi, e sopraffatto dalla grazia, anch’egli fece lo stesso.
Così in altre Case con somma consolazione di Alfonso.
♦ Non era minore, anzi in maggior numero, il concorso dei Secolari. Gentiluomini di sommo riguardo, Persone Principesce, Militari di primo grado, tutti si vedevano concorrere per essere a parte delle divine Misericordie. Nella Casa di Ciorani, con stupore di ognuno, anche da Napoli si portavano Preti e Secolari per profittare nei Santi Esercizi. La gran folla, però, in tutte le Case, era nella Settimana di Passione. Solo dalla Città di Corato, ancorché due giornate distante dalla Casa d’Iliceto, ci concorrevano ogni anno le trenta, e quaranta persone; e dalla sola Cerignola anche fino a sessanta.
♦ Il Re Carlo, persuaso anch’egli del profitto così grande che da tutti si faceva nelle nostre Case (come in seguito fece suo figlio il Re Ferdinando) quando dalle Provincie arrivavano al Real Trono denunce di persone ragguardevoli, fossero Ecclesiastiche o Secolari, anziché restringerle nella forza, le destinava, per tratti di lungo tempo, nelle nostre Case.
Il nome dei Padri Cioranisti era diventato così famoso nelle reali Segreterie, che era considerato la panacèa per tutti i mali. E maggiormente se ne avvalevano i Vescovi, per rimetter nei doveri i traviati Ecclesiastici, i Superiori di Ordini i rispettivi Religiosi.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Secondo, Cap. LXIII). –  Leggi l’originale.

Il nome dei Padri Cioranisti era diventato così famoso nelle reali Segreterie, che era considerato la panacèa per tutti i mali. E maggiormente se ne avvalevano i Vescovi, per rimetter nei doveri i traviati Ecclesiastici, i Superiori di Ordini i rispettivi Religiosi. – Così in altre Case con somma consolazione di Alfonso.