S. Alfonso. Giustizia e misericordia

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93. S. Alfonso. Giustizia e misericordia.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

93. S. Alfonso. Giustizia e misericordia.

♦ Dalla parabola del buon grano e della zizania in S. Matteo (cap. 13, 24 ss) si ricava da una parte la pazienza che il Signore usa con i peccatori; e dall’altra il rigore che usa cogli ostinati.
♦  Dice S. Agostino che in due modi il demonio inganna gli uomini: “Disperando e sperando”. Dopo che il peccatore ha peccato, lo tenta a disperarsi col terrore della divina giustizia; ma prima di peccare, lo anima al peccato con la speranza della divina misericordia.
Perciò il santo avverte ognuno: “Dopo il peccato spera nella misericordiam; ma prima del peccato temi la giustizia”. Sì, perché non merita misericordia chi si serve della misericordia di Dio per offenderlo. La misericordia si usa con chi teme Dio, non con chi si avvale di quella per non temerlo. Chi offende la giustizia, può ricorrere alla misericordia, ma chi offende la stessa misericordia, a chi ricorrerà ?
♦  Difficilmente si trova peccatore così disperato che voglia proprio dannarsi. I peccatori voglion peccare, senza perdere la speranza di salvarsi. Peccano e dicono: Dio è misericordia; farò questo peccato, e poi me lo confesserò.
Dice il Signore: “Non dire: Son grandi le misericordie che usa Dio; per quanti peccati farò, con un atto di dolore sarò perdonato” (cf Sir. 5. 6). Non lo dire, dice Dio; e perché? La misericordia di Dio è infinita, ma gli atti di questa misericordia (che son le miserazioni) son finiti. Dio è misericordioso ma è ancora giusto.
♦ I peccatori, scrive S. Basilio, vogliono considerare Dio solo per metà. Il sopportare chi si serve della misericordia di Dio per più offenderlo, diceva il P. M. Avila che non sarebbe misericordia, ma mancamento di giustizia. La misericordia sta promessa a chi teme Dio, non già a chi se ne abusa. “La sua misericordia su quelli che lo temono”, come cantò la divina Madre (Mahnificat). Agli ostinati sta minacciata la giustizia.
Dice S. Giovanni Crisostomo: “Guardati, quando il demonio (ma non Dio) ti promette la divina misericordia, affinché tu pecchi”… Povero chi s’abusa della pietà di Dio, per più oltraggiarlo!… La rete con cui il demonio strascina all’inferno quasi tutti quei cristiani che si dannano, è quest’inganno, col quale loro dice: “Peccate liberamente, perché con tutti i peccati vi salverete”.
Ma Dio maledice chi pecca con la speranza del perdono: “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, che pone nella carne il suo sostegno e il cui cuore si allontana dal Signore” (Ger 17,5).
Ah mio Dio, eccomi io sono stato uno di costoro, che v’ho offeso, perché Voi eravate buono con me. Ah Signore, aspettatemi, non mi abbandonate ancora. Dio mio, per amore di Gesù Cristo datemi Voi la santa perseveranza sino alla morte. Maria, Voi siete la speranza mia; ottenetemi questa perseveranza.

(S. Alfonso, Apparecchio alla Morte, Considerazione XVII –  Abuso della divina misericordia. Punto I). 
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Dio è misericordioso e giusto. Ma i peccatori vogliono considerare Dio solo per metà. Il sopportare chi si serve della misericordia di Dio per offenderlo di più non sarebbe misericordia, ma mancamento di giustizia. La misericordia sta promessa a chi teme Dio, non già a chi se ne abusa.