S. Alfonso. La misericordia passa per la propria persona

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59. S. Alfonso. La misericordia passa per la propria persona. 

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

59. S. Alfonso. La misericordia passa per la propria persona.

♦ Il vescovo Alfonso decise di fare di persona la missione nel Casale di S. Maria a Vico, popolazione di quattro mila e più anime, con procurarsi in aiuto dal Convento della Sanità di Napoli dieci Padri Domenicani. Perché la chiesa parrocchiale non era capace di molto popolo, ottenne di farla dai Padri Padri Domenicani nelle propria Chiesa.
Egli faceva la Predica. Non una ma più volte, volendo soddisfare i peccati del popolo, si batté sulla cattedra, e troppo aspramente, con grossa fune. Una sera, tra le altre, mosso a pietà il Priore ed altri del Clero, facendogli violenza, gliela strapparono dalle mani.
♦ Ventidue giorni durò la Missione, e faceva meraviglia come un uomo di anni sessantasette e così acciaccato potesse tirarla innanzi; ma maggior meraviglia faceva la vita penitente che menava. Una semplice minestra mal condita, cucinando il suo laico con poche once di lesso, e qualche frutto era tutto il suo pranzo, e questo fu sempre il tenore in tutte le missioni, che fece in Diocesi.
Una delle sere, avendo terminata la predica il Domenicano che predicava al Clero, fuori di aspettativa vi si presentò Monsignore, che disse: “Se tra di voi vi è taluno con scrupolo di aver ricevuto simoniacamente qualche beneficio, venga da me, che sono qui per aiutarlo!” –  Di fatti si seppe che vi era uno di questi, e che essendosi presentato da Monsignore, fu abilitato e tolto da scrupolo.
♦ Volendo che le coscienze si fossero sgravate con tutta libertà, chiamò in S. Maria i migliori Confessori di tutta la Diocesi. Li alloggiò nel medesimo Convento, non interessando per se, e per questi, né il pubblico, né i Padri Domenicani.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 18)  Leggi l’originale.

Negli ultimi tre giorni di Carnevale, volendo allontanare il Popolo dagli spettacoli, il vescovo Alfonso soleva esporre il Santissimo Sacramento alla pubblica adorazione. E Dio, gradendo un tal culto, vi concorreva con una speciale misericordia.
Non una ma più volte, Il vescovo Alfonso, volendo soddisfare i peccati del popolo, si batté aspramente con grossa fune. Una sera, mosso a pietà il Priore ed altri del Clero, facendogli violenza, gliela strapparono dalle mani. Egli diceva ai sacerdoti: “Se tra di voi vi è taluno con scrupolo, venga da me, che sono qui per aiutarlo!”.