S. Alfonso. L’amore non si adira

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237. S. Alfonso. L’amore non si adira.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

237. S. Alfonso. L’amore non si adira.

♦ Quanto sono care a Gesù le persone miti che, nel ricevere affronti, derisioni, calunnie, persecuzioni, e perfino botte e ferite, non si adirano con chi le ingiuria o percuote! Dio gradisce sempre le loro preghiere (cf. Gdt 9,16 Vg), cioè le esaudisce sempre. Ad esse, in modo speciale, Gesù ha promesso il paradiso: Beati i miti perché erediteranno la terra (Mt 5,4). Il padre Alvarez  diceva che il paradiso è la patria dei disprezzati, dei perseguitati e dei calpestati, perché ad essi, e non ai superbi, onorati e stimati dal mondo, è riservato il possesso del regno eterno.

♦Nei Salmi è detto che i mansueti non solo otterranno la beatitudine eterna, ma già in questa vita godranno una grande pace: I miti possederanno la terra e godranno di una grande pace (Sal 36,11). Infatti i santi non conservano rancore verso coloro che li maltrattano, ma li amano più di prima; e il Signore, in premio della loro pazienza, accresce loro la pace interna.
 Ma solo chi ha una grande umiltà e un basso concetto di sé, per cui crede di meritare ogni disprezzo, possiede la mansuetudine. Per questo i superbi sono sempre irascibili e vendicativi, perché sono pieni di sé e si credono degni di ogni onore.

♦ Beati i morti che muoiono nel Signore (Ap 14,13). Bisogna morire nel Signore per essere beati e cominciare a godere la beatitudine fin da questa vita. Certo, la beatitudine che si può avere sulla terra non è paragonabile a quella del cielo, ma è tale che supera tutti i piaceri sensibili di questa vita (cf. Fil 4,7). Ma per godere questa pace bisogna essere morti nel Signore.
♦ Un morto, per quanto venga maltrattato e offeso, non si risente affatto. Così il mansueto, come un morto che non vede e non sente più, soffre tutti i disprezzi che riceve. Chi ama di cuore Gesù Cristo arriva a ciò perché, uniformandosi alla sua volontà, accetta con la stessa pace sia le cose favorevoli che quelle contrarie, sia le consolazioni che le afflizioni, sia le ingiurie che le cortesie. Così faceva l’Apostolo, il quale poteva dire: Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione (2Cor 7,4).

Felice chi raggiunge questo grado di virtù! Egli gode una continua, la quale è un bene che supera tutti gli altri beni di questo mondo. San Francesco di Sales diceva: “Che vale tutto il mondo, in paragone della pace del cuore?” Infatti, a che servono le ricchezze e gli onori del mondo, se poi si vive inquieti e non si ha il cuore in pace?.

(S. Alfonso, Pratica di amare Gesù Cristo, Cap. XII)
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Solo chi ha una grande umiltà e un basso concetto di sé possiede la mansuetudine. I superbi sono sempre irascibili e vendicativi, perché sono pieni di sé e si credono degni di ogni onore.