S. Alfonso. Quando le autorità religiose non bastano

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237. S. Alfonso. Quando le autorità religiose non bastano.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

237. S. Alfonso. Quando le autorità religiose non bastano.

♦ Un Superiore scandalizzava con tutta la Comunità religiosa un intero Paese. Vedendo inutile ogni rimedio col Provinciale, Alfonso ne diede parte al Generale. Furono così efficaci i suoi motivi, che il Superiore venne deposto dall’ufficio e situato di stanza in un Convento lontanissimo, cambiata la famiglia, e tolto lo scandalo dal Paese.

♥ Talvolta contro suo genio, dovette venir a passi anche presso del Re, ritrovando noncuranza nei medesimi Superiori Generali.

  • Un Religioso viveva scandalosamente. Monsignore Alfonso, avendone data parte prima al Provinciale e poi al Generale, e non avendo ottenuta rimedio né dall’uno, né dall’altro, fece presente al Re, per mezzo di D. Pasquale dell’Acqua Governatore in quel luogo, il male che vi era. Con dispaccio il Religioso fu mandato fuori Provincia, e con la medesima real carta fu dato anche alla donna lo sfratto da quel luogo.
  • Troppo noto era lo scandalo di un altro Religioso. Non avendo Alfonso risposta dal Provinciale, ricorse al suo Generale. Questi, quasi piangendo gli rescrisse: “Già sapete che noi nel Regno non contiamo più, e che di noi non si fa conto dai medesimi Religiosi. Prego, essendoci un tale scandalo, volervela sentire in Napoli con chi si deve”.
    Pianse anch’esso Monsignore, considerando le circostanze dei tempi. E, avendo fatto capo al Re, ottenne quanto voleva. Lo scandalo fu tolto e sfrattato il Religioso.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 57)  Leggi tutto nell’originale.

Talvolta contro suo genio, Alfonso dovette venir a passi anche presso del Re, ritrovando noncuranza e indifferenza nei medesimi Superiori Generali.