S. Alfonso. Novello vescovo annunzia la misericordia. 1762

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42. S. Alfonso. Novello vescovo annunzia la misericordia. 1762.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

42. S. Alfonso. Novello vescovo annunzia la misericordia. 1762.

♦ Giunto nella real Terra di Valle, il novello Vescovo Alfonso fu ricevuto con un superbo sparo di mortai, e di altro fuoco artificiale. Avendo ritrovato avanti la Parrocchiale, ch’è lungo la strada, altro immenso Popolo concorso dai Casali, che lo acclamava come santo e voleva goder di sua benedizione, Alfonso, considerandolo famelico di spirituale alimento, interrompe il cammino, smonta di carrozza, ed entrato in Chiesa, avendo fatta non breve adorazione avanti il Venerabile Sacramento, consolò tutti con un sermone apostolico, incaricando ad ognuno la propria salvezza; ma con tal zelo, e fervore di spirito, che tutto il Popolo ne restò commosso.
Poi disse loro: “Io parto, ma vi lascio il cuore, e tra breve vi manderò la S. Missione, che sarà per voi un richiamo delle divine Misericordie”.
Nuovo Popolo ritrovò in Bagnoli, che è feudo della mensa. Anche quivi fu ricevuto con altro sparo di mortai, e con altre acclamazioni di tenerezza.
♦ Pervenuto in S. Agata, si figuri ognuno con quanto e quale applauso potette esser accolto dai Signori Santagatesi. Smontato di carrozza, venne complimentato nel cortile dell’Episcopio coi maggiori segni di riverenza da ambedue i Cleri, e da un numero stragrande di Signori della Città e Diocesi.
♦ Avendo preso un respiro di riposo nell’Episcopio, come si fu per calarlo processionalmente in Chiesa, si avvidero i Canonici, che gli mancava il galero, ossia il cappello verde. Non potendosi in altro modo rimediare, si prese quello che stava sospeso sul sepolcro del fu Monsignor Danza.
Essendosi esposto il Venerabile Sacramento, orò Alfonso per un pezzo prostrato faccia a terra, grondando sangue e non lacrime dagli occhi. La Cattedrale benché spaziosa, si vide così zeppa di Popolo, che anche buona parte ne stava di fuori. Terminato il Te Deum, volendo profittar dell’occasione, Alfonso scende dal trono, e situandosi nel lato destro dell’altare, quasi per un’ora consolò tutti con un sermone quanto amorevole, altrettanto tutto zelo. In Chiesa si vide tra tutti un pianto misto di allegrezza, ringraziando Iddio ognuno, per aver lor concesso non un uomo, ma un Angelo per proprio Pastore.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 7)  Leggi l’originale.

Ingresso a Valle – Dopo aver adorato il SS. Sacramento, Alfonso consolò tutti con un sermone apostolico, incaricando ad ognuno la propria salvezza; ma con tal zelo, e fervore di spirito, che tutto il Popolo ne restò commosso. Poi disse loro: “Io parto, ma vi lascio il cuore, e tra breve vi manderò la S. Missione, che sarà per voi un richiamo delle divine Misericordie”.