S. Alfonso. Sicilia 1768. Taglio dei viveri ai missionari

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152. S. Alfonso. Sicilia 1768. Taglio dei viveri ai missionari.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

152. S. Alfonso. Sicilia 1768. Taglio dei viveri ai missionari.

♦ Sicilia 1768. – Passato a miglior vita Monsignor Lucchesi nell’ottobre del 1768. il Principe di Campofranco, essendosi dichiarato suo erede ab intestato, pretendeva sostenere che le cento once annue donate dal Lucchesi per l’opera delle Missioni e per alimento ai Nostri, non si dovevano per esser pervenuto il capitale non dai frutti del Vescovado, ma dal’eredità di suo zio il General Lucchesi, e che i Missionari neanche erano capaci di acquisto. Così convinto, cercava far valere questa sua pretensione, sia in Palermo nella Giunta Gesuitica che in Napoli.

Essendosi venuto al sequestro dei frutti, si vedevano i Nostri privi di alimenti, e sulle staffe, per esser sloggiati dalla Sicilia.
♦ Boccone così amaro pervenne ad Alfonso, in atto che stava nel colmo dei guai. Fu tocco nel vivo; ma non si sgomentò. Scrisse al P. Blasucci, nell’ottobre del 1768:

“Ho ricevuto la vostra lettera funesta. Dico male; perché quello che Dio dispone, niente è funesto. Ci vuol mortificare, sia sempre benedetto. Quello che vi prego sopratutto è non perder la confidenza in Gesù Cristo.
Se vi cacciano dalla casa, procurate affittarvene un’altra, quanto basta ad accogliervi. Non bisogna cedere così presto; ma bisogna persistere fintanto che Iddio non vi fa conoscere che più non vi vuole in Girgenti. Si faranno meno Missioni; ma per vivere, non vi mancherà un poco di pane.
Staremo a vedere, che fanno i deputati; quello che farà il nuovo Vescovo e soprattutto quello, che dispone Iddio. Io ritengo che Iddio non voglia distrutta codesta casa.
Seguito a star cionco da capo a piedi. Sto contento, benedico Iddio e lo ringrazio che mi dà pace, e sofferenza.”

E al P. Villani scriveva il 21 di ottobre: “Della casa di Girgenti faccia Iddio; se non ci vuole più colà, sia benedetto. Basta il bene che si è fatto finora”..

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 43)  Leggi tutto nell’originale.

Sicilia 1768. “Quello che Dio dispone, niente è funesto. Ci vuol mortificare, sia sempre benedetto. Vi prego sopratutto di non perder la confidenza in Gesù Cristo. Io ritengo che Dio non voglia distrutta codesta casa…. E se non ci vuole più colà, sia benedetto. Basta il bene che si è fatto finora”