S. Alfonso. Tenerezza per le pentite

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256. S. Alfonso. Tenerezza per le pentite.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

256. S. Alfonso. Tenerezza per le pentite.

♦ Se, pentite del mal fatto, le cattive donne furono oggetto di amore per Gesù Cristo, per lo stesso motivo si attiravano il cuore di Alfonso.

Non gode tanto un buon Pastore, vedendo ricuperata la smarrita pecorella, quanto godeva Monsignore facendo acquisto di qualche traviata. Piangeva e si rammaricava, sentendone la perdita: godeva e si vedeva tutto lieto, se a Cristo la guadagnava.

  Per queste non vi erano povertà, né miseria. Quando si trattava di soccorrerle per liberarle dal peccato, tutto era pronto. Ci vorrebbero volumi per individuare quanto fece e disse per queste donne pentite; non vi è angolo della Diocesi che non encomia la sollecitudine di Alfonso, la sua liberalità, e la sua somma tenerezza.

♦ Attestò l’Arcidiacono Rainone di aver assegnato, fin da che pose piede in Diocesi, anche quindici e venti carlini al mese a quantità grande di queste donne, che, per non aver modo di vivere, si erano date al peccato. Né lo fece solo nella Città di S. Agata, ma estese le sue provvidenze in qualunque luogo della Diocesi.

♦ Nella sola Parrocchia di S. Agnese in Arienzo ne soccorreva una gran quantità e portava loro per mano sua le mensili distribuzioni. Tutti i Parroci e i loro Sostituti attestano che, con stupore di ognuno, in Diocesi se ne contavano alcune centinaia.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 60)  Leggi tutto nell’originale.

Godeva Monsignore quando faceva acquisto di qualche traviata. Piangeva e si rammaricava, se ne sentiva la perdita; godeva e si vedeva tutto lieto, se la guadagnava a Cristo.