Tipaldi Antonio redentorista

P. Antonio Tipaldi (1872-1927) – Italia.

Il P. Antonio Tipaldi nacque a Pagani, il 23 maggio 1872.
Dalla terra in cui riposano le reliquie di S. Alfonso trasse un amore straordinario al Santo, per cui, in giovanissima età, entrò nella Congregazione Liguorina, vestendone l’abito nell’anno 1886.
Trascorso il noviziato in modo edificantissimo, fu ammesso alla professione di appena anni 16. Riprese gli studi, profittandone assai, specie nella letteratura italiana e nella poesia. Nelle accademie solite a farsi negli esami o per l’arrivo del P. Generale era lui a sostenere il maggior peso.
Dopo un corso brillantissimo di studi, fatto sotto la guida di quel campione di santità e sapere che fu il P. De Marco, il 16 dicembre 1894 ascese al sacerdozio.

Fu subito destinato all’insegnamento per i nostri giovani, ma per la sua capacità fu promosso superiore di Lettere alla età di appena 27 anni. Seppe dare moltissimo impulso a quella casa e, nonostante le sue strettezze, volle erigere una bellissima cappella a S. Gerardo, tra le più belle che gli siano state erette.
Fu poi destinato come Segretario al Santuario di Materdomini, ed è impossibile narrare quanto abbia fatto per la diffusione del culto a S. Gerardo: il suo ardore infaticabile si espresse particolarmente nel periodo della guerra quando, in assenza degli operai richiamati alle armi, era lui a far tutto: correggeva e componeva il fascicolo, invigilava sulla tiratura, provvedeva alla spedizione.
Era soprattutto l’incarico di Segretario che l’assorbiva interamente; e quando, terminata la guerra, fu nominato Rettore del Santuario il P. Gaetano Damiani, poté offrirgli tutto il tesoro della sua esperienza e del suo fervore.

Contribuì efficacemente alla costruzione della chiesa voluta dal Rettore P. Ignazio Cianciulli ed eretta in soli tre anni. E, quando si parlò di un tronco ferroviario che avrebbe percorsa la valle del Sele, da Eboli a Lioni, ne scrisse insistentemente all’ideatore del progetto, ing. Forgnone, concorrendo con ben 200.000 lire alle spese per i primi rilievi. Curò ancora la tipografia, incitando i vari rettori a importanti acquisti di materiale tipografico e di nuove macchine; godeva nel constatarne il progresso e la produttività.

Così passò la vita il P. Tipaldi; amando S. Gerardo, lavorando per lui, sacrificandosi per lui. Non si era contentato di sussidiare largamente le varie opere del Santuario, come la fanfara, il cinematografo…, ultimamente aveva fatto restaurare, a sue spese, la Cappelletta e la stanzetta ove S. Gerardo è morto, erogando per questi lavori migliaia di lire.

Colla preghiera e la lettura dei Santi Padri santificò i suoi ultimi giorni. Il 16 ottobre celebrò la festa di S. Gerardo, e nulla si notava di anormale in lui; ma, la mattina del 20 ottobre, quando il fratello sacrestano andò a chiamarlo perché celebrasse la messa, trovò il caro Padre che respirava affannosamente. Era stato colpito da grave congestione cerebrale. Gli fu amministrato l’Olio Santo; fu chiamato il medico; ma il caso era disperato. Alle ore 20,15, mentre tutta la Comunità raccolta intorno al suo capezzale pregava e piangeva per lui, la sua anima benedetta lasciava questa terra di dolori e se ne volava al cielo.

Quando, all’indomani, i funebri rintocchi delle campane ne annunziarono la morte, fu un pianto e un lutto generale; tutti si accostavano a baciargli le mani e i piedi, tutti ricordando i suoi meriti nell’aver servito il Santuario per ben 25 anni. Fu celebrato in chiesa un solenne funerale, e si diè inizio alle esequie. Precedevano, col gonfalone abbrunato, le Gerardine del Santuario con la loro Direttrice; seguiva la Fanfara con le sue meste armonie; indi i Padri e i Fratelli della Comunità e il Clero di Caposele, e dopo veniva la salma portata a braccia da quattro uomini, preceduta da due grosse corone di fiori offerte dalla tipografia e dal laboratorio, e seguita da una gran calea di popolo piangente ed orante.

A Caposele il corteo sembrò trasformarsi in apoteosi. Fu accolto da tutto il popolo in attesa, con l’intervento di tutte le autorità e dei signori, e specialmente del Potestà, del Brigadiere e dei maestri e maestre di scuola con i loro alunni. Fu quì celebrato un secondo funerale, e poi la salma fu accompagnata all’ultima dimora.

S. GERARDO, anno XXVII, novembre 1927, pag. 329. 

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Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985

P. Antonio Tipaldi, redentorista, destinato all’insegnamento dei giovani studenti, per la sua capacità fu promosso superiore alla età di appena 27 anni dimostrando notevoli doti organizzative. Collaborò successivamente allo sviluppo del Santuario di San Gerardo.
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