Vita Redentorista 201

Vita Redentorista – Rubrica quotidiana – 20 luglio

Questo giorno vissuto con spirito redentorista

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1. Dalle Costituzioni e statuti
1. Statuti Generali La formazione della comunità apostolica- Art. 1: La scelta prudente delle vocazioni
Le (Vice-)Province, che per coltivare le vocazioni nascenti di fanciulli e adolescenti hanno istituti di scuole medie (o medio-classiche e simili), devono dare agli alunni un’educazione umana e cristiana: questa maturità personale e religiosa servirà di solida base per rinforzare e incrementare la propria fede a seguire Cristo Redentore con generosità di anima e purità di cuore.
Gli alunni conducano una vita simile, per quanto è possibile, a quella dei loro coetanei, senza che venga mai trascurata un’utile esperienza delle realtà umane e mantenendo i dovuti rapporti con la famiglia.
Devono possedere quella cultura umanistica e scientifica che dà ai giovani il diritto di accedere agli studi superiori nelle rispettive nazioni. (Stat Gen. 53).

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2. Pensiero e testimonianza sulla Virtù del mese: L’obbedienza.

  • Pensiero = Allora si conosce che uno opera per Dio, quando ciò che fa, o che pretende di fare, gli viene impedito, o differito perché l’ubbidienza dispone altro e nondimeno non si turba, ma con la stessa allegrezza fa quello che viene ordinato dall’ubbidienza. (S. Alfonso).
  • Testimonianza = S. Alfonso. – Leggi tutto.

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3. Redentoristi nel Mondo
Redentoristi in Madagascar
2013 Madagascar: una Chiesa in esplosione
di Lorenzo Gasparro C.Ss.R.

Una delle esperienze più belle per un sacerdote in missione è la celebrazione dei sacramenti: nel corso di un anno nelle grandi parrocchie si registrano centinaia di battesimi e di matrimoni!
Uno degli aspetti più rilevanti del cristianesimo in Europa è la diminuzione dei fedeli: celebrazioni domenicali semivuote, chiese chiuse e spesso trasformate in musei.
Ebbene, un fenomeno completamente opposto si vive in missione!

In missione il cristianesimo è in continua crescita, anzi in esplosione: aumenta il numero delle comunità cristiane, dei battezzati e anche delle chiese.
Nella nostra missione del Madagascar ogni anno si costituiscono nuove comunità e nuove chiese: due, tre… fino a dieci per anno! Non si tratta di grandi costruzioni, ma quasi sempre di piccole capanne, di legno e paglia, nelle migliori delle ipotesi con un tetto in lamiera. Non ci sono imprese a realizzarle né operai specializzati, ma è la gente del posto a costruirle con le proprie mani. Si scavano le fondamenta, si innalzano i puntelli di legno, si copre con paglia o lamiera. All’inizio non ci sono nemmeno i banchi, ma ci si siede per terra o su dei semplici tronchi.
Piano piano la comunità cresce e, dopo qualche anno, si pone il problema dell’ampliamento. Lo spazio non è mai abbastanza e tutte queste chiesette non funzionano solo da luogo di culto ma, spesso, durante la settimana, anche da scuola per i bambini, da luogo di incontro e di riunione.
Non è il sacerdote a gestire tutto ciò, ma i fedeli laici. Talvolta una sola missione (con due o tre sacerdoti) ha dalle trenta alle oltre cento chiese. Alcune di queste chiese sono raggiungibili solo a piedi e a distanze che possono raggiungere i 150 chilometri. In alcune, il sacerdote può passare una sola volta ogni 3 mesi. Pensate: nelle chiese più lontane solo una volta all’anno! Tuttavia, quando vi fa ritorno, trova una comunità cristiana viva e pulsante, guidata da un catechista e dal consiglio pastorale.

Una delle iniziative più importanti assunte dai missionari è proprio la formazione dei catechisti, il cui compito è quello di animare la comunità cristiana: dirigere la preghiera, preparare i candidati ai sacramenti, insegnare la catechesi, distribuire l’eucarestia, celebrare i funerali.
Il catechista è una specie di factotum della comunità e consacra a questo compito una buona parte del suo tempo. Prima di esser scelto come catechista, egli deve prepararsi durante un anno in uno dei centri di formazione specializzati. Qui, insieme alla sua famiglia e ad altri catechisti, studia le diverse discipline catechetiche e teologiche che gli serviranno per animare la comunità cristiana.
Nel centro di formazione i catechisti e la loro famiglia ricevono anche una formazione professionale (falegnameria e coltivazione per gli uomini, cucito e ricamo per le donne), in modo da potersi sostenere quando ritorneranno nei propri villaggi. Alla fine dell’anno ripartono per raggiungere le loro comunità ricevendo in dono gli strumenti del mestiere  (martello, sega, pialla, macchina da cucire…) e la formazione necessaria per poter guidare la propria chiesa di origine.
In terra di missione, una chiesa senza questi laici ferventi e intraprendenti sarebbe semplicemente impensabile. La teologia del laicato è un concetto sconosciuto eppure naturalmente praticato.

Credetemi: una delle esperienze più belle per un sacerdote che si trova a vivere in missione è la celebrazione dei sacramenti. Il 70% della comunità è formata da giovani (in Madagascar più della metà della popolazione ha meno di 18 anni), che accedono in massa ai sacramenti cristiani.
I battesimi e i matrimoni si celebrano numerosi anche nei villaggi più piccoli. Nelle grandi parrocchie della città il numero dei sacramenti raggiunge delle cifre quasi incredibili: centinaia di battesimi e di matrimoni in un solo anno!
Padre Gabriele Navone, un missionario gesuita parroco in uno dei quartieri più popolari della capitale, celebra abitualmente, nella sola notte di Pasqua, più di cinquecento battesimi. La media nella sua parrocchia è di circa 7 bambini battezzati al giorno.
Non è fantasia ma realtà… realtà di una chiesa in piena esplosione!

Quando ci viene da scoraggiarci guardando il numero ridotto dei fedeli nelle nostre assemblee, andiamo con la mente alle comunità disperse in altre parti del mondo. È questo il senso più autentico di cattolicità: saper guardare al mondo intero e non soltanto al nostro angolino ecclesiale.
Per una chiesa che muore, Dio ne sta suscitando due, tre, o forse decine. È la logica del lievito, che cresce nel silenzio e nel nascondimento, eppure cresce.
(Dalla Rivista “In cammino con San Gerardo,
luglio-agosto 2013, pp. 34-35))

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4. Un canto di S. Alfonso
Sei pura, sei pia
(a Maria nostra Madre)

Sei pura, sei pia,
sei bella, o Maria:
ogni alma lo sa
che Madre più dolce
il mondo non ha.

O Madre beata,
dal Cielo a me data,
la tua gran pietà
che bella speranza,
che gioia mi dà!

O Madre Divina,
del mondo Regina,
e chi mai sentì,
che alcuno scontento
da Te si partì?

O Madre pietosa,
o Madre amorosa,
deh prega per me,
che t’amo e d’amore
sospiro per Te.

– Versione di Stelvio Cipriani.
[audio:/alfonso/06CantataNatalizia/05SeiPura-6cipr.mp3]

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5. Una immagine al giorno.

Madagascar 2013 - Le esperienze più belle per un sacerdote in missione sono la celebrazione dei sacramenti e la formazione della comunità affidata ad un catechista, mentre egli procede in altri luoghi.