S. Alfonso. Danaro e misericordia

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51. S. Alfonso. Danaro e misericordia. 

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

51. S. Alfonso. Danaro e misericordia.

♦ Il fratello di Alfonso D. Ercole stava per passare a seconde nozze. Bisognandogli del danaro, toccò il polso a Monsignore per quello che gli aveva anticipato. Dolorosa fu la richiesta e così gli scrisse Alfonso:
“Voi mi cercate denaro, ed io vorrei che quest’anno mi prestasse qualche altra cosa.
In questo primo anno è stata una rovina di spese. Ho dovuto accomodare due case, quella di S. Agata, e quella di Arienzo; ma con fare le sole cose necessarie, e nel modo il più miserabile. Ho dovuto pagare lo spoglio al Capitolo; quattrocento ducati al Nunzio per la transazione, ed ho fatto quattrocento ducati di debito col danaro destinato alla fabbrica del Seminario di già incominciata, non avendo i Seminaristi dove stare in tempo d’estate.
♦ Ho chiesto quanto denaro vi è delle rendite esatte, e mi si è risposto che non più di ducati sessanta, e si avvicina il tempo di pagare il catasto e la pensione…
Per ora bisognerebbe che mandaste a mettermi in carcere, e sappiate che non faccio più limosine, se non di grana.
♦ Io vi compatisco, perché ora non pigliate danaro, e sottosopra avete da spendere. La disgrazia è stata che si è unito Vescovado e Matrimonio.
Io pure mi sono sposato , ma con una sposa, che non mi fa stare un momento quieto”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 16)  Leggi l’originale.

Il vescovo Alfonso e i bisogni della diocesi: “In questo primo anno è stata una rovina di spese, pur facendo le sole cose necessarie… Io mi sono sposato con una sposa, che non mi fa stare un momento quieto”.